Ieri, il mare del Tirreno ha fatto da cornice a un evento unico, un ponte di umanità e speranza costruito attraverso lo sforzo fisico e l’abbraccio della legalità: la traversata Capraia-Gorgona, una staffetta a nuoto di 23 miglia nautiche (43 km) che ha visto protagonisti atleti di élite e detenuti dell’isola carcere di Gorgona. L’iniziativa, promossa dalla Lega Navale Italiana – Delegazione di Capraia Isola in collaborazione con la casa circondariale di Livorno, trascende la semplice competizione sportiva, incarnando un progetto di inclusione sociale e riabilitazione attraverso il valore dello sport e la connessione con l’elemento naturale.Alle prime luci dell’alba, la partenza da Capraia ha visto 18 nuotatori, tra cui le olimpioniche Charlotte Bonin ed Elena Petrini, campionesse delle Fiamme Azzurre, e la pluripremiata maratoneta del mare Sabrina Peron, lanciarsi in un’impresa ardua, affrontando un percorso lungo e impegnativo. La staffetta, con cambi ogni 30 minuti, ha richiesto un’eccezionale preparazione fisica e mentale, spingendo i partecipanti al limite delle proprie capacità.La favorevole condizione meteorologica ha contribuito a rendere la traversata più agevole, ma il fattore distintivo dell’evento risiede nell’inedito ruolo assunto dai detenuti dell’istituto penitenziario di Gorgona. Allontanati dai confini della loro realtà carceraria, hanno preso in carico la responsabilità di guidare la rotta dei nuotatori a bordo di kayak, offrendo supporto logistico e garantendo la sicurezza durante l’intera performance. Questo gesto simbolico non solo ha dimostrato la loro capacità di assumersi responsabilità, ma ha anche instaurato un legame di fiducia reciproca con i nuotatori, trasformando i detenuti in custodi di un percorso di redenzione e reinserimento.Un elemento ulteriore di significato è stato fornito dalla presenza di imbarcazioni di supporto, tra cui la motovedetta della polizia penitenziaria, con a bordo il direttore del carcere e il presidente del tribunale di sorveglianza, e la barca “Eros”, dedicata a Piersanti Mattarella, un simbolo tangibile del contrasto alla criminalità organizzata e un esempio di rinascita attraverso lo sport e l’impegno sociale. La “Eros”, confiscata alla mafia, è diventata un potente emblema di legalità, dimostrando come beni sequestrati possano essere riqualificati e impiegati per promuovere valori positivi e offrire opportunità di crescita.L’arrivo a Gorgona, al calar della sera, ha rappresentato un momento di intensa emozione, accolto da una comunità radunata per celebrare un successo collettivo. La “torta della legalità” e la consegna degli attestati hanno suggellato un’esperienza indimenticabile, un messaggio di speranza e un monito per il futuro: il mare, lo sport e la legalità possono essere potenti strumenti di trasformazione, capaci di costruire ponti tra individui e comunità, offrendo a tutti una possibilità di riscatto e un futuro migliore.
Traversata Capraia-Gorgona: Sport, Legalità e Redenzione nel Tirreno
Pubblicato il
