A Murlo, nel cuore della campagna senese, si è consumata una truffa particolarmente insidiosa, sventata dall’intervento tempestivo dei Carabinieri.
Due individui, residenti rispettivamente nelle province di Foggia e Napoli, sono stati arrestati in flagranza di reato il 16 settembre 2025, accusati di aver orchestrato una complessa operazione fraudolenta ai danni di una donna novantenne.
L’evento, purtroppo non isolato nel panorama criminale nazionale, evidenzia la persistenza e l’evoluzione di una tecnica truffaldina che sfrutta la vulnerabilità di fasce di popolazione anziane, spesso caratterizzate da fiducia e ingenuità.
Il *modus operandi* si articola attorno alla simulazione di un’emergenza familiare, abilmente confezionata per instillare panico e accelerare la presa di decisioni affrettate.
Il trucco inizia con una telefonata, apparentemente proveniente da un alto ufficiale dell’Arma dei Carabinieri – un “maresciallo” – che comunica alla vittima la notizia di un grave incidente stradale causato da un parente stretto.
La narrazione è calibrata per suscitare angoscia e immediatezza: il familiare è detenuto, ma è possibile ottenere il suo rilascio mediante il versamento di una consistente somma a titolo di cauzione.
Quest’ultima, elemento chiave della truffa, è del tutto illegale nel sistema giudiziario italiano e costituisce un chiaro campanello d’allarme.
L’inganno si rafforza con la promessa di un rapido intervento: i presunti ufficiali faranno visita a domicilio per riscuotere la somma richiesta.
In questo caso, l’anziana vittima, fortunatamente dotata di spirito di osservazione e capacità di reagire, ha avuto la lungimiranza di contattare direttamente i Carabinieri, riferendo l’accaduto e denunciando la richiesta esorbitante di 13.900 euro.
L’intervento dei militari della locale stazione, coadiuvati dai colleghi di Montalcino, si è rivelato cruciale.
Grazie alla loro prontezza, i due truffatori sono stati intercettati immediatamente dopo aver ricevuto dalla vittima un bottino di 2.000 euro, composto da monili in oro e denaro contante.
L’episodio sottolinea non solo l’abilità dei criminali nell’adattare le loro tecniche, ma anche l’importanza di una rete di protezione e di sensibilizzazione rivolta alla popolazione più fragile.
Attualmente, i due individui si trovano in custodia cautelare presso il carcere di Siena, in attesa dell’udienza di convalida dell’arresto.
L’episodio impone una riflessione più ampia sulla prevenzione di tali crimini, che richiedono un approccio integrato che coinvolga le forze dell’ordine, le istituzioni locali e le famiglie, promuovendo la consapevolezza e l’educazione sui rischi di manipolazione e truffa.
La vicenda di Murlo rappresenta un monito a vigilare costantemente e a non sottovalutare mai la capacità di inganno di chi agisce in malafede.