L’incontro, carico di significato simbolico e concreto, ha visto la Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, riabbracciare Aya Almaghari, giovane studentessa palestinese giunta a Pisa nell’ambito di un’iniziativa pionieristica: il primo corridoio umanitario universitario europeo.
Questo percorso, aprendo le porte dell’istruzione superiore a quarantastudenti palestinesi, rappresenta un gesto di accoglienza e un impegno tangibile a sostenere il diritto allo studio in un contesto globale segnato da profonde crisi.
L’occasione ha permesso alla Ministra di esprimere il proprio apprezzamento al Rettore Riccardo Zucchi per l’ospitalità offerta e per la capacità dell’Università di Pisa di fungere da ponte tra culture e realtà geografiche distanti.
Particolare rilevanza ha assunto anche l’incontro con il professor Rino Casella, vittima di un atto di violenza avvenuto il 16 settembre.
La Ministra ha ribadito la propria ferma condanna dell’episodio, sottolineando l’importanza cruciale della sicurezza e della libertà di pensiero all’interno del contesto accademico.
“Nessuno deve temere di accedere ai luoghi del sapere”, ha affermato, con un messaggio chiaro rivolto a studenti, docenti e personale universitario.
La presenza di Aya Almaghari, studentessa iscritta al corso di laurea in Geofisica, ha rappresentato un fulcro emotivo dell’incontro.
La Ministra ha espresso particolare soddisfazione per le opportunità di approfondimento che le verranno offerte, estendendosi oltre il percorso di laurea magistrale, con prospettive di ricerca di secondo livello e postdoc.
Questo riconoscimento non solo valorizza il talento e l’impegno della giovane studentessa, ma segnala anche un investimento nel futuro, con la speranza che la sua esperienza possa contribuire a costruire ponti di comprensione e collaborazione tra Italia e Palestina.
L’episodio, lungi dall’essere una mera formalità istituzionale, si configura come un atto politico di profonda valenza, che testimonia la volontà di superare le barriere fisiche e ideologiche per garantire un diritto fondamentale come l’istruzione.
Il gesto di accoglienza verso Aya e gli altri studenti palestinesi, unito alla ferma condanna della violenza subita dal professor Casella, proietta l’Università pisana come un esempio di resilienza, apertura e impegno per la difesa dei valori democratici e della libertà di pensiero.
L’auspicio è che questa iniziativa possa ispirare altre istituzioni accademiche a seguire un percorso simile, contribuendo a costruire un mondo più giusto e inclusivo.