L’analisi non distruttiva di due preziose uova di dinosauro del Cretacico Superiore (datate tra i 70 e gli 85 milioni di anni fa) ha rivelato dettagli inediti sulla loro composizione interna e sul loro ambiente di deposizione. Lo studio, condotto da un team interdisciplinare guidato da Andrea Barucci dell’Istituto di Fisica Applicata Nello Carrara del CNR, ha combinato tecniche avanzate di tomografia computerizzata (TC) e spettroscopie ottiche, aprendo una finestra senza precedenti sul mondo dei dinosauri nidificanti.L’approccio non invasivo si è dimostrato cruciale per preservare l’integrità dei reperti, che appartengono a due famiglie di dinosauri probabilmente distinte: un Oviraptoroide e, con un grado di certezza inferiore, un Terizinosauro o un Adrosauro. Le uova, originariamente parte delle collezioni didattiche di Progetto Theia, gestite da Paolo Conte e Antonella Senese, sono state sottoposte a scansioni TC ad alta risoluzione, che hanno permesso di ricostruire modelli tridimensionali completi. Questa visualizzazione virtuale ha superato di gran lunga le capacità dei metodi tradizionali, svelando microstrutture altrimenti inaccessibili.Le indagini hanno messo in luce una serie di peculiarità. Si osservano collassi del guscio, fratture superficiali che testimoniano eventi traumatici post-deposizione, e la presenza di residui mineralizzati, probabilmente legati a infiltrazioni di fluidi nel corso dei millenni. L’analisi spettrale ha permesso di identificare la composizione chimica di questi depositi, fornendo indizi sulla paleoambiente e sulle condizioni di fossilizzazione.Un aspetto particolarmente significativo è la sequenza di eventi che ha portato alla loro attuale condizione. I modelli tridimensionali suggeriscono che le uova si sono parzialmente fratturate a seguito di un evento catastrofico, presumibilmente una colata di fango che ha rapidamente seppellito i nidi. La successiva ricristallizzazione di alcuni minerali ha contribuito alla loro preservazione, ma ha anche alterato la loro composizione originale.La mancanza di embrioni all’interno delle uova indica che lo sviluppo embrionale era in una fase iniziale, interrompendo il processo a causa del seppellimento precoce. Questo suggerisce che il disturbo è avvenuto in tempi brevi dalla deposizione, prima che i piccoli dinosauri avessero la possibilità di nascere.La collaborazione con la Radiologia della Asl Toscana Centro, guidata da Roberto Carpi, è stata determinante per il successo dello studio. L’utilizzo di strumentazione all’avanguardia ha permesso di ottenere immagini TC di alta qualità, essenziali per la ricostruzione virtuale dei reperti e l’analisi delle loro microstrutture. Questo approccio multidisciplinare, combinando competenze in fisica, paleontologia e medicina, ha fornito una comprensione più completa della storia di queste uova e del loro ruolo nell’ecosistema del Cretacico. L’analisi ha inoltre aperto la strada a future indagini non invasive su altri fossili, promettendo di svelare nuovi segreti sul mondo perduto dei dinosauri.
Uova di Dinosauro: Nuove Scoperte Grazie all’Analisi Non Distruttiva
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