Il ponte di Marmo, gioiello seicentesco che incornicia il quartiere della Venezia a Livorno, è stato oggetto di un atto vandalico odioso, una ferita profonda incisa sulla sua anima di pietra.
Una scritta aggressiva, “Israele assassina”, è apparsa a caratteri rossi, deturpando la sua superficie marmorea, un luogo che custodisce le tracce silenziose del tempo.
Questo ponte, così come il gemello ponte San Giovanni Nepomuceno, rappresenta un’eredità architettonica di straordinaria importanza, realizzato a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo come parte integrante del progetto di ampliamento del quartiere.
Questi interventi urbanistici miravano a dare lustro e funzionalità a una zona in espansione, e i ponti, con la loro eleganza e la loro posizione strategica, ne divennero il simbolo.
La vera ricchezza di questi ponti, però, risiede non solo nella loro struttura maestosa, ma anche nei segreti che custodiscono.
Le spallette di marmo, spesso trascurate e sconosciute ai più, sono state modellate nel corso dei secoli da mani sapienti, che vi hanno lasciato incise testimonianze di un passato lontano.
Si tratta di graffiti delicati, piccoli racconti scolpiti nella pietra, che narrano storie di persone, eventi, emozioni, perdute nel turbine del tempo.
Un vero e proprio libro di memorie inciso nel cuore del quartiere.
Questi segni del passato, fragili e preziosi, erano già minacciati dalla naturale erosione e dall’incuria, correndo il rischio di scomparire per sempre.
L’atto vandalico, ora, ha aggravato drasticamente la situazione, non solo danneggiando la bellezza del monumento, ma anche mettendo a repentaglio la possibilità di conservare queste testimonianze storiche.
Il gesto, oltre che un crimine contro il patrimonio culturale, è un atto di intolleranza e un’offesa alla memoria collettiva.
Il ponte di Marmo, con le sue incisioni secolari e la sua storia millenaria, è un simbolo dell’identità livornese e un ponte tra passato e presente.
La sua tutela e la salvaguardia delle sue incisioni, non sono solo un dovere verso le generazioni passate, ma anche un impegno per il futuro, per preservare un pezzo di storia che appartiene a tutti.
La comunità livornese è chiamata a reagire, a proteggere questo patrimonio e a promuovere i valori di dialogo e rispetto che sono alla base di una convivenza civile e pacifica.






