Violenza di genere in Toscana: un quadro emergente di complessità e resilienzaIl recente Rapporto sulla violenza di genere in Toscana dipinge un quadro allarmante, ma anche rivelatore di un sistema di supporto in evoluzione.
I nove femminicidi che hanno segnato il 2024, con la dolorosa conseguenza di quattro minori orfani, si inseriscono in un tragitto di sofferenza che, dal 2006, ha strappato via 149 vite femminili, lasciando un’eredità di 51 bambini senza madri.
Questi numeri, puramente quantitativi, non rendono giustizia alla profondità del trauma che si cela dietro ogni storia di violenza.
L’aumento significativo dei contatti con i centri antiviolenza – 5.670 donne nel 2024, di cui circa 3.500 hanno intrapreso un percorso di supporto – testimonia la crescente consapevolezza e la volontà di chiedere aiuto, ma anche l’ampliarsi del fenomeno stesso.
L’utilizzo del codice rosa nei pronto soccorso ha registrato un incremento di 400 casi rispetto all’anno precedente, evidenziando un’urgenza sempre più diffusa e la necessità di un intervento tempestivo e specializzato.
Un elemento particolarmente rilevante è l’ampliamento demografico delle vittime e dei richiedenti aiuto.
Sebbene la stragrande maggioranza degli accessi al codice rosa riguardi donne, si registra un aumento preoccupante anche tra uomini e minori.
Quest’ultimi rappresentano una quota significativa, pari al 17% del totale, segnalando una crescente esposizione alla violenza anche nelle fasce più giovani della popolazione.
Parallelamente, si osserva un incremento dei casi che coinvolgono anziani, un dato che riflette spesso l’isolamento sociale e la fragilità che possono rendere le persone più vulnerabili.
La rete di supporto toscana si dimostra reattiva e in espansione.
I contatti con i centri antiviolenza sono aumentati di 1.130 unità rispetto al 2023, coinvolgendo tutte le province ad eccezione di Livorno.
La composizione sociale delle donne che si rivolgono a questi centri è variegata, con una percentuale significativa di cittadine straniere (32%) e un’alta percentuale di madri (66%).
I servizi sociali hanno preso in carico 1.082 donne per problematiche legate alla violenza di genere, e 134 donne, insieme a 107 figli, hanno trovato rifugio nei centri dedicati.
Un aspetto incoraggiante è l’aumento dei percorsi di supporto specifici per uomini, quasi raddoppiato rispetto al 2023, indicando un impegno crescente verso la responsabilizzazione e il cambiamento dei comportamenti aggressivi.
Francesca Basanieri, presidente della Commissione pari opportunità regionale, sottolinea come il fenomeno si stia evolvendo, estendendosi a fasce d’età sempre più ampie.
Per i giovani, è cruciale investire nell’educazione affettiva, nel supporto dei consultori giovanili e nella promozione di relazioni sane e rispettose.
Per gli anziani, il contrasto alla solitudine e il rafforzamento delle reti sociali rappresentano un’arma fondamentale.
L’analisi congiunta di questi fattori – l’evoluzione demografica, l’aumento dei contatti con i servizi, l’espansione della rete di supporto e la comprensione delle cause profonde – suggerisce la necessità di un approccio multidisciplinare e di un impegno continuo per prevenire e contrastare la violenza di genere in Toscana.
La resilienza della rete esistente e la sua capacità di adattamento sono segnali positivi, ma richiedono un investimento costante e una visione strategica a lungo termine.








