martedì 12 Agosto 2025
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West Nile Virus: Caso in Toscana, Paziente dal Lazio

Un caso di West Nile virus, una malattia arbo-virale insidiosa, è stato recentemente identificato in una paziente ospedalizzata presso l’ospedale San Donato di Arezzo.

La conferma diagnostica, fornita dall’Azienda Sanitaria Toscana Sud Est, evidenzia un’infezione contratta al di fuori dei confini regionali, precisamente nella regione di residenza della paziente, una donna anziana di 85 anni proveniente dal Lazio.

La paziente si è presentata in ospedale con una sintomatologia acuta caratterizzata da febbre elevata e un progressivo deterioramento delle funzioni neurologiche, richiedendo un immediato ricovero in terapia intensiva.

L’analisi ematica ha rivelato la presenza di anticorpi IgM specifici per il West Nile virus, un indicatore chiave di infezione recente.
Attualmente le condizioni cliniche della donna sono considerate stabili, e il personale medico ha sottolineato l’assenza di elementi che giustifichino un allarme nella popolazione.
È importante contestualizzare questo caso all’interno di una più ampia comprensione dell’epidemiologia del West Nile virus.
L’agente patogeno, un flavivirus, trova i suoi serbatoi naturali principalmente in diverse specie di uccelli selvatici, che agiscono come amplificatori del ciclo virale.
Le zanzare, in particolare la *Culex pipiens*, fungono da vettori, trasmettendo il virus agli esseri umani e agli animali, come i cavalli, durante i loro pasti sanguigni.

La trasmissione da persona a persona è un evento estremamente raro e limitato a specifiche circostanze, come la trasmissione materno-fetale, la trasfusione di sangue contaminato (mitigata da rigorosi protocolli di screening) o la ricezione di organi da donatori infetti.
La vasta maggioranza delle infezioni da West Nile virus (circa l’80%) risultano asintomatiche, mentre il restante 20% si manifesta con sintomi lievi e transitori, spesso confondibili con altre patologie virali comuni, come l’influenza o la febbre dengue.

Solo in una minoranza dei casi (circa l’1%), si osserva un coinvolgimento del sistema nervoso centrale, che può sfociare in quadri clinici gravi come meningite, encefalite o mielite.
In queste forme neuroinvasive, la mortalità può raggiungere percentuali significative, anche se la prognosi varia notevolmente a seconda della gravità del quadro clinico e della risposta del paziente al trattamento.
La provenienza della paziente da un’area già interessata da segnalazioni di West Nile virus, unitamente alla presenza di anticorpi specifici e alla sintomatologia clinica, hanno portato a classificare il caso come “probabile infezione” e a notificare l’evento al Ministero della Salute, secondo le linee guida ministeriali.
Ulteriori indagini diagnostiche hanno successivamente confermato la diagnosi di malattia da West Nile virus.
Le autorità sanitarie ribadiscono l’importanza di evitare reazioni di panico e rassicurano la popolazione, sottolineando che l’infezione è stata contratta al di fuori della Toscana e che la carica virale nel sangue è transitoria e bassa.

La sorveglianza epidemiologica e le misure di controllo delle zanzare rimangono fondamentali per mitigare il rischio di nuove infezioni.

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