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mercoledì 19 Novembre 2025

Chimera d’Arezzo: un’icona etrusca risplende a Firenze

La rinascita di un’icona: la Chimera d’Arezzo risplende nella sua nuova sede al Museo Archeologico Nazionale di Firenze.

Dopo un’attesa e un progetto di riallestimento profondamente pensato, la celebre scultura etrusca, simbolo di forza e resilienza, si presenta al pubblico in un contesto museale rinnovato, concepito per amplificare la sua potenza espressiva e il suo significato storico-culturale.

La Chimera, ritrovata ad Arezzo il 15 novembre 1553, e immediatamente acquisita da Cosimo I de’ Medici, testimonia l’importanza dell’arte etrusca nella corte medicea e, più in generale, nel panorama artistico rinascimentale.

La sua storia è intrinsecamente legata alla nascita del collezionismo e alla valorizzazione del patrimonio culturale italiano.

Il nuovo allestimento non si limita a esporre l’opera, ma ne ricostruisce il contesto: un’immersione nell’antichità, un dialogo tra passato e presente.

Al centro della sala, la maestosa statua in bronzo della Chimera, rappresentazione mitologica di un mostro composito – leone, capra e serpente – sconfitta dall’eroe Bellerofonte, domina con la sua imponenza.
Il posizionamento centrale, su un basamento monumentale, ne sottolinea la centralità nell’immaginario collettivo.
Quattro panche disposte a cerchio invitano il visitatore a un’esperienza contemplativa, a un’osservazione ravvicinata che permetta di apprezzare la finezza del lavoro artigianale, la complessità delle forme e la forza del messaggio simbolico.
La Chimera, infatti, non è solo un’opera d’arte, ma una metafora della lotta tra il bene e il male, della capacità umana di superare le proprie paure e di affrontare le sfide.

L’atmosfera suggestiva è completata da un tendaggio scenografico, evocativo di un sipario teatrale, su cui l’ombra della Chimera danza, creando un gioco di luci e ombre che ne accentua il carattere mitico e misterioso.

Una vetrina accoglie tre piccoli bronzi etruschi, provenienti dalla stessa area archeologica del ritrovamento della Chimera, elementi che permettono di ricostruire il contesto culturale e materiale in cui l’opera era originariamente inserita.

Questi oggetti minori, ma non meno significativi, offrono uno sguardo privilegiato sulla vita quotidiana e sulle credenze degli Etruschi.

Massimo Osanna, Direttore Generale dei Musei, sottolinea l’importanza della Chimera come uno dei simboli più immediatamente riconoscibili dell’arte etrusca e del patrimonio nazionale.

Daniele Federico Maras, Direttore del Museo, descrive il nuovo allestimento come un percorso pensato per favorire un’esperienza intima e personale con l’opera, un invito a lasciarsi coinvolgere dalla sua potenza espressiva.

Il completamento del progetto, voluto dal precedente Direttore Mario Lozzo e sostenuto economicamente da Laura e Jack Winchester, segna una tappa fondamentale per il Museo Archeologico Nazionale di Firenze e per la valorizzazione del patrimonio etrusco, un tesoro inestimabile da custodire e tramandare alle future generazioni.

Il rinnovato spazio museale non è solo una vetrina per un’opera d’arte, ma un luogo di incontro, di riflessione e di scoperta per tutti.

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