Il Museo nazionale di Villa Guinigi a Lucca riapre le sue porte al fascino senza tempo del Rinascimento lucchese con la mostra-dossier “Rinascita di un Capolavoro. Il Cristo Eucaristico di Matteo Civitali restituito alla città”. L’esposizione, accessibile fino al 2 novembre, celebra il completamento di un complesso intervento di restauro che ha riportato alla luce uno dei più significativi esempi della scultura terrakotta policroma del Quattrocento, un’opera che incarna l’ingegno e la sensibilità artistica di Matteo Civitali (circa 1430-1496).Il Cristo Eucaristico, databile intorno al 1470, rappresenta più di una semplice scultura; è un simbolo del legame profondo tra arte, fede e storia cittadina. La sua vicenda è costellata di eventi drammatici, che ne hanno segnato il percorso e ne hanno reso ancora più preziosa la ritrovata integrità. L’opera, custodita per secoli all’interno della Chiesa di Santa Maria della Rosa, fu strappata al suo contesto originario da soldati tedeschi durante i tragici giorni del febbraio 1944, in un atto di depredazione che la divise fisicamente per facilitarne il trasporto. Il successivo percorso dell’opera si perde per decenni, finché, dopo oltre vent’anni di meticolose ricerche, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale riuscirono a rintracciarla nel mercato antiquario, recuperandola e restituendola al patrimonio culturale nazionale. Il trasferimento all’istituzione museale di Villa Guinigi, custode di un inestimabile patrimonio storico-artistico fin dal XIX secolo, ha segnato l’inizio di un nuovo capitolo nella sua storia.La recente iniziativa di restauro, promossa in occasione del novantesimo anniversario di attività del Rotary Club Lucca, con il sostegno della Curia Arcivescovile, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio e del Museo nazionale di Villa Guinigi, testimonia l’impegno collettivo nella salvaguardia del patrimonio culturale lucchese. L’intervento, diretto scientificamente dalla Soprintendenza e realizzato da Carolina Cannizzaro e Massimo Moretti, si è concentrato sulla stabilizzazione strutturale dell’opera, privilegiando un approccio conservativo che ha evitato ricostruzioni arbitrarie delle parti mancanti. L’obiettivo primario è stato quello di ridare leggibilità alla superficie, sia in termini di matericità che di colore, valorizzando le tracce delle originarie finiture pittoriche e rivelando la maestria tecnica di Civitali.Il documentario realizzato durante le delicate fasi del restauro offre un’occasione unica per comprendere appieno la complessità del lavoro svolto e per apprezzare la fragilità e la resilienza di un capolavoro che, da simbolo di un passato travagliato, rinasce oggi per illuminare il futuro di Lucca e arricchire il patrimonio artistico italiano. Il restauro, quindi, non è solo un intervento tecnico, ma un atto di riconsegna alla comunità, un omaggio al genio di Civitali e alla sua inestimabile eredità.
CivitaLi: Ritorna a Lucca un Capolavoro Tra Fede e Storia.
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