giovedì, 10 Luglio 2025
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Curzio Malaparte: l’Eredità Fotografica a Spazzavento

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“In Alto, a Spazzavento: l’Eredità Fotografica di un Pratese nel Mondo”La Biblioteca comunale Lazzerini di Prato ospita, dall’11 luglio al 23 agosto, una mostra di straordinaria potenza evocativa: “In Alto, a Spazzavento.

Il riposo di Curzio Malaparte”.
Un progetto nato dall’ingegno di Chiara Mannocci e Diletta Pizzicori, dell’associazione “Curzio Malaparte, pratese nel mondo”, che intende restituire alla comunità una testimonianza inedita, un affresco umano e paesaggistico dell’ultimo viaggio dello scrittore.

La mostra, frutto di un’iniziativa partecipativa che ha visto coinvolti numerosi cittadini, raccoglie immagini d’epoca che narrano il giorno del 19 luglio 1961, data del commiato definitivo da Prato di Kurt Erich Suckert, artisticamente noto come Curzio Malaparte.

L’evento si concentra sul rituale funebre che, con un atto di profonda simbologia, consacrò la sua sepoltura nel mausoleo situato sulla vetta del Monte Le Coste, soprannominato Spazzavento.

Malaparte, nato a Prato nel 1898 e spentosi a Roma nel 1957, aveva espresso, con coerenza e pungente ironia, il desiderio di un riposo eterno in quel luogo ventoso e isolato, capace di permettergli, metaforicamente, di “sputare nella gora fredda del tramontano”.

Un’immagine potente, emblema di una personalità ribelle e anticonformista, che aveva rifiutato le convenzioni e le ipocrisie del suo tempo.

Il monumento, concepito dall’architetto e scultore Italo Gamberini, rispondeva appieno alla volontà dello scrittore: una struttura essenziale, in pietra grezza, che si integra perfettamente nel paesaggio, una sorta di “mausoleo come me”, semplice e immerso nella natura.

La giornata fu un evento di portata eccezionale per la città.

La processione funebre, gremita di persone provenienti da ogni ceto sociale, si snodò per le vie del centro, attraversando via Magnolfi, luogo della sua nascita.

La successiva funzione religiosa, officiata dal vescovo Pietro Fiordelli, rappresentò un momento di raccoglimento e di omaggio.
L’ascesa a Spazzavento fu un’impresa logistica complessa, che richiese l’apertura di una strada appositamente realizzata per consentire l’accesso in jeep alla vetta.

La partecipazione emotiva della cittadinanza fu intensa e sentita.
La presenza di fotografi professionisti e dilettanti, che immortalano i momenti salienti della giornata, ha permesso di conservare una preziosa testimonianza visiva.

La mostra espone circa quaranta fotografie, provenienti da archivi privati, dal Fondo Fiondi (donato da Fiorenzo Fiondi e conservato alla Fondazione Cdse), dalla Pubblica Assistenza di Prato e dal Fondo Ranfagni (Archivio Fotografico Toscano del Comune di Prato).
Oltre alle immagini, la mostra recupera anche le storie umane legate a quell’evento, incontrando gli eredi di coloro che, con orgoglio e solennità, avevano posato per un ricordo indelebile sulla cima del monte.
“In Alto, a Spazzavento” non è solo una mostra fotografica, ma un viaggio nella memoria collettiva, un omaggio a un intellettuale scomodo, un pratese nel mondo, la cui eredità continua a ispirare e a provocare riflessioni profonde sulla vita, la morte e l’arte.

L’allestimento, curato da Giulia Biagioli, mira a creare un’esperienza immersiva che permetta al visitatore di entrare in contatto con l’atmosfera di quel giorno storico e di comprendere appieno il significato simbolico del luogo prescelto da Malaparte per il suo eterno riposo.

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