L’incontro pubblico al Ministero della Cultura ha rappresentato un momento di confronto acceso, ma auspicabilmente costruttivo, attorno alla controversa decisione della Commissione Consultiva per il Teatro del MIC (Ministero della Cultura) che ha comportato la declassazione della Fondazione Teatro della Toscana, guidata da Stefano Massini. La decisione, che priva l’istituzione del prestigioso riconoscimento di teatro nazionale, ha scatenato una reazione a catena che ha visto la contestazione del provvedimento e le dimissioni di tre membri della Commissione stessa, sollevando un dibattito politico di notevole portata.Il sottosegretario Gianmarco Mazzi ha accolto favorevolmente la richiesta di Massini di un dialogo diretto con la commissione, sottolineando l’importanza di un confronto aperto tra artisti e operatori culturali. “È un dialogo necessario, lo faremo insieme,” ha affermato, auspicando che il Ministro possa autorizzare l’incontro.L’apertura del confronto è stata segnata da un riconoscimento reciproco e da apprezzamenti sinceri. Mazzi ha espresso ammirazione per Massini, evidenziando il suo straordinario successo internazionale con “The Lehman Trilogy”, un traguardo senza precedenti per un artista italiano. Ha descritto Massini come un patrimonio nazionale, un artista libero, affine a figure emblematiche come Benigni, Celentano e Dario Fo, un creatore che trascende le logiche partitiche e si colloca nell’universo dell’arte pura.Massini, pur riconoscendo divergenze di vedute con il sottosegretario, ha condiviso la convinzione che il mondo dello spettacolo, al di là delle appartenenze politiche, possa rappresentare un terreno fertile per la creazione di valore e l’espressione del talento italiano. Ha evocato la necessità di superare le divisioni ideologiche, richiamandosi alla celebre dicotomia Don Camillo e Peppone, per promuovere un clima di collaborazione e progresso culturale.L’atmosfera di stima reciproca contrasta con la veemenza con cui Massini ha criticato la relazione prodotta dalla Commissione. Il commediografo ha definito il documento “vergognoso”, denunciando accuse infondate e inaccettabili. La gravità delle accuse e l’impatto sulla sua reputazione professionale hanno contribuito ad acuire la tensione attorno alla vicenda.Mazzi ha ribadito il principio di autonomia che ha guidato il lavoro dei commissari, sottolineando che il giudizio espresso è di natura tecnica e si basa su criteri triennali. Questa precisazione, volta a difendere l’operato della Commissione, è stata tuttavia confermata anche da uno dei membri dimissionari, suggerendo una complessità intrinseca nei criteri di valutazione e nella loro applicazione. La declassazione, dunque, non sembra derivare da una valutazione complessiva negativa del lavoro svolto dalla Fondazione Teatro della Toscana, ma piuttosto da una questione legata alla definizione dei parametri di valutazione per i trienni successivi.Il sottosegretario ha assicurato che verrà data massima attenzione alla questione, auspicando che il confronto con la Commissione possa chiarire le motivazioni alla base della decisione e fornire elementi utili per una futura revisione dei criteri di valutazione, evitando così che situazioni simili possano ripetersi in futuro.
Declassazione Teatro Toscana: Scontro e Dialogo al MIC
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