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Diari al Premio Tutino: Otto Voci tra Memoria e Futuro

Il Diario come Testimone: Otto Voci al Premio Pieve Saverio TutinoL’Archivio diaristico nazionale celebra il quarantesimo anniversario del premio Pieve Saverio Tutino, con un’edizione 2024 dedicata alla complessa relazione tra memoria e futuro, attraverso le voci di otto finalisti.

La manifestazione, in programma a Pieve Santo Stefano dal 18 al 19 settembre, offre uno sguardo privilegiato su un patrimonio prezioso: i diari e le corrispondenze che, come sedimenti del tempo, rivelano le inquietudini, le speranze, gli amori e le sofferenze di chi ha vissuto in prima persona eventi cruciali del Novecento e oltre.

Quest’anno, le testimonianze presentate non si limitano a registrare fatti storici; esse incarnano l’esperienza umana, offrendo un caleidoscopio di prospettive che spaziano dal dramma della Grande Guerra agli echi del Dopoguerra, fino a sfociare in narrazioni più recenti di impegno sociale e ricerca personale.
Ogni diario è una finestra aperta su un mondo interiore, un frammento di vita che, nel suo piccolo, contribuisce a ricostruire la mappa emotiva di un’epoca.
Tra le voci finaliste, spicca quella di Ricciardo Vaghetti, giovane soldato del Reggimento Granatieri di stanza a Caporetto.
Le sue annotazioni, redatte in un’epoca di drammatiche sconfitte, testimoniano non solo la brutalità del conflitto, ma anche la forza d’animo necessaria per sopravvivere alla prigionia, tra disperazione e astuzia.
Parallelamente, la corrispondenza tra Vittorio Binotto e Bernardina Casarin, due giovani sposi padovani separati dalla guerra, incarna la sofferenza della lontananza e l’angoscia dell’incertezza.
La scomparsa di Vittorio, e il doloroso chiarimento che giungerà decenni dopo, sottolinea la fragilità della vita e il peso del silenzio.
Il Dodecaneso, colonia italiana teatro di drammatici eventi durante la Seconda Guerra Mondiale, è il filo conduttore di altre due testimonianze.

Tito Zampa, falegname innamorato, e Arnaldo Manni, tenente del Genio, narrano le loro esperienze di prigionia e la difficile scelta di aderire alla RSI, un percorso intriso di dubbi e tormenti.

Il diario di Manni, in particolare, offre un’analisi acuta delle dinamiche ideologiche e della complessità morale di un periodo storico cruciale.

L’autobiografia di Francesca Ingoglia evoca un’odissea familiare tra Sicilia e New York, svelando le difficoltà dell’emigrazione e il forte legame con le radici.
La vivace disputa epistolare tra Eduardo Renato Caianiello, scienziato di fama mondiale, e la moglie Carla Persico, intellettuale poliedrica, illumina un rapporto intellettualmente stimolante e profondamente umano.
Chiara Castellani, medico chirurgo, ci conduce con i suoi scritti in Nicaragua, Ecuador e Africa, offrendo uno spaccato delle disuguaglianze globali e dell’importanza dell’impegno umanitario.
Infine, l’autobiografia di Debora Pietrarelli, un toccante autoritratto di una giovane donna che affronta le avversità con fede e resilienza, sottolinea il potere della speranza e la forza interiore che può emergere anche nei momenti più difficili.

Il premio Pieve Saverio Tutino, dunque, non è solo un riconoscimento letterario, ma un atto di memoria collettiva, un invito a riflettere sulla nostra storia e a custodire le voci che ci raccontano chi siamo stati, siamo e potremo essere.

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