Il Premio Viareggio-Rèpaci 2025 celebra la riflessione critica e la narrazione contemporanea, coronando l’edizione con l’assegnazione del riconoscimento per la saggistica a Ernesto Galli della Loggia per il suo volume “Una capitale per l’Italia” (Il Mulino).
Un’opera che, implicitamente, si confronta con il dibattito storico e politico che anima la comprensione del ruolo e dell’identità nazionale, un tema particolarmente urgente nel panorama italiano attuale.
La scelta della giuria, guidata dalla figura autorevole di Paolo Mieli, storico e giornalista di ampio respiro, si è distaccata da altre proposte di notevole spessore, come l’analisi sociologica di Edoardo Camurri in “Introduzione alla realtà” (Timeo) e la saggistica personale e densa di significati di Marco Follini in “Beneficio d’inventario” (Neri Pozza), evidenziando una preferenza per un approccio più strutturato e forse più ambizioso nella disamina del tema proposto.
L’importanza del Premio Viareggio non si limita alla valorizzazione delle opere selezionate; esso rappresenta un importante crocevia culturale, un momento di riflessione pubblica dove si incontrano intellettuali, scrittori e lettori.
Il 26 luglio, in una cornice suggestiva come Piazza Mazzini a Viareggio, si concluderà la cerimonia con l’attesissima proclamazione del vincitore assoluto, che si aggiungerà al riconoscimento per la saggistica.
La competizione narrativa, quest’anno, vede contendersi il premio tre voci distinte e significative del panorama letterario italiano: Dario Buzzolan con “Baracca e Burattini” (Mondadori), una narrazione che promette un’immersione in un mondo di illusioni e drammi; Diego De Silva con “I titoli di coda di una vita insieme” (Einaudi), una storia di relazioni e ricordi che si dipana lentamente come un film; e Massimiliano Governi con “Il pronipote di Salgari” (Baldini e Castoldi), un’opera che, con l’evocazione del celebre scrittore d’avventura, suggerisce un’esplorazione di eredità, immaginario e identità letteraria.
La scelta finale, come sempre, sarà espressione di un giudizio complesso, che terrà conto non solo della qualità letteraria, ma anche della capacità di queste opere di dialogare con il presente e di offrire nuove prospettive sulla condizione umana.