Ritorna a vibrare, nel cuore del convento di San Domenico a Fiesole, la suggestione della ‘Crocifissione’ del Beato Angelico, grazie a un restauro manutentivo che segna un capitolo nella sua complessa storia. Intervento sostenuto da Friends of Florence e cronologicamente distanziato di quattro decenni dal precedente, il lavoro si pone come un atto di continuità e cura verso un capolavoro spesso celato e oggetto di precedenti, cruciali, interventi.Il percorso di conservazione de ‘La Crocifissione’ si rivela un intreccio di epoche e sensibilità artistiche. Già nel 1881, il volto sofferente del Cristo e la cornice che incornicia la scena furono oggetto di un primo ritocco, per poi essere nuovamente affrontati nel secolo scorso con l’acume di Dino Dini, attraverso due campagne di restauro nel 1955 e, appunto, nel 1984. Questi interventi testimoniano la costante attenzione verso la fragilità del dipinto e la necessità di adeguare le tecniche conservative al progresso delle conoscenze.L’opera, databile alla prima metà del Quattrocento, ha sempre sofferto la sua collocazione strategica, collocata in una zona del convento un tempo riservata alla clausura, un luogo di profonda riflessione e preghiera. La sua scomparsa dalla vista del mondo, avvenuta nel 1566 con l’imbiancatura della Sala Capitolare, la relegò nell’oblio fino alla riscoperta fortuita ad opera di padre Raimondo Magrini, nel 1880. La sua ritrovata luce ha rivelato un Cristo monumentale, imponente per le sue dimensioni e per la potenza emotiva che sprigiona. La croce, eretta su un Golgota essenziale, si staglia su un cielo di un blu intenso, quasi nero, una scelta cromatica che riflette le tecniche pittoriche dell’epoca, con l’utilizzo di azzurrite applicata a secco.Lo stato di conservazione precedente al restauro era segnato da un progressivo deterioramento, che aveva compromesso in particolare la figura del Cristo, privandolo di una parte significativa della sua pigmentazione originaria. L’intervento, preceduto da un’approfondita campagna diagnostica, ha seguito un protocollo rigoroso: una delicata spolveratura iniziale, il consolidamento degli intonaci e della pellicola pittorica, la pulitura delle superfici per rimuovere depositi e alterazioni cromatiche, il recupero dei colori perduti o sbiaditi, la stuccatura delle fessure e delle lacune, e il relativo ritocco pittorico, volto a reintegrare in modo coerente le parti mancanti.L’impegno di Friends of Florence si configura come un atto di amore verso il patrimonio artistico fiorentino, un’eredità spirituale e culturale di inestimabile valore. La ‘Crocifissione’ del Beato Angelico, custodita tra le mura del convento, continua a irradiare una profonda serenità e una palpabile spiritualità, un’esperienza che, come sottolinea Simonetta Brandolini d’Adda, presidente di Friends of Florence, tocca le corde più intime dell’animo umano. Il restauro, quindi, non è solo un intervento tecnico, ma un gesto di restituzione alla comunità di un tesoro che continua a ispirare e commuovere.
Il Restauro Rivelata la ‘Crocifissione’ di Angelico a Fiesole
Pubblicato il
