Il Gioco dell’Apparenza: Divertimento, Illusione e la Ricerca Artistica Italiana (1850-1950)Palazzo Cucchiari di Carrara accoglie, dal 28 giugno al 26 ottobre, una mostra ambiziosa e illuminante, “In gioco. Illusione e divertimento nell’arte italiana 1850-1950”, curata da Massimo Bertozzi. L’esposizione, che raccoglie circa 110 opere di circa ottantina di artisti, non si limita a celebrare l’aspetto ludico nell’arte, ma indaga la sua profonda relazione con la ricerca artistica, la rappresentazione della realtà e l’esplorazione della condizione umana.L’omaggio si articola attorno a un nucleo eterogeneo di opere che spaziano dalla scultura – con pezzi significativi in bronzo e legno – alla pittura, offrendo uno spaccato vivido e complesso del panorama artistico italiano del primo Novecento. Opere iconiche come *Le bambine fanno le signore* di Silvano Lega, accanto a *Cantante a spasso* di Medardo Rosso, inaugurano un percorso che si snoda attraverso creazioni come *La carrozzella* di Carlo Carrà, il ritratto di Cesare Lionello di Felice Casorati, *Il Baraccone da fiera* di Alberto Capogrossi e *Gli zingari* di Massimo Campigli. La presenza di sculture come *La Ballerina* di Giacomo Manzù, il *Nuotatore* di Marino Marini, il *Lottatore* di Emilio Greco e il *Marciatore* di Francesco Messina arricchisce ulteriormente la narrazione.La mostra presenta un’ampia rappresentanza di artisti significativi del periodo, tra cui Gioacchino Toma, Fausto Pirandello, Riccardo Francalancia, Corrado Cagli, Mosè Bianchi, Gino Severini, Alberto Donghi, Primo Conti, Antonio Ligabue, Mario Sironi, Gerardo Dottori, Roberto Iras Baldessari e Francesco Messina.La struttura espositiva, deliberatamente non cronologica, si rivela uno strumento concettuale che privilegia la coerenza tematica. Quattro sezioni principali – “Svaghi e ricreazioni del quotidiano”, “Crescere ed imparare: un gioco da ragazzi”, “Intrattenimenti e spettacoli: l’invenzione del tempo libero” e “Sfide, competizione e destino” – offrono una lettura poliedrica del tema. Ogni opera, secondo quanto sottolineato dal curatore Bertozzi, si configura come un’esplorazione di un “luogo intermedio”, un territorio liminale tra la realtà, strutturata da vincoli e convenzioni, e un universo immaginario, dove le regole vengono reinterpretate e riscritte.Questa “realtà magica” non è una mera evasione dalla realtà, ma un laboratorio di sperimentazione, un terreno fertile per la curiosità, l’ingegno e la creatività. Il gioco, in questo contesto, non è solo divertimento, ma un motore di scoperta, una chiave per comprendere la complessità dell’esistenza e per ridefinire il rapporto tra individuo e società. La mostra, dunque, invita a riflettere sul ruolo dell’arte come specchio della realtà, come strumento di critica sociale e come fonte inesauribile di immaginazione. Il bisticcio dialettico che lega il gioco e l’arte si rivela, in definitiva, un elemento costitutivo dell’esperienza umana, un’eterna ricerca di equilibrio tra ordine e caos, tra convenzione e libertà.
Illusione e Gioco: L’Arte Italiana tra Divertimento e Riflessione (1850-1950)
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