Un tesoro nascosto per quasi mezzo secolo, un monetiere ottagonale testimone di una passione giovanile, un percorso storico che intreccia le vicende di Siena e del mondo etrusco: è questo il cuore della mostra “Monete etrusche in terra di Siena.
Pietro Piccolomini Clementini”, eccezionale finestra aperta sulle ricchezze numismatiche custodite dalla Banca Monte dei Paschi di Siena.
L’esposizione, a Palazzo Sansedoni, si configura come un omaggio all’eredità scientifica di Pietro Piccolomini Clementini, figura chiave negli studi numismatici del XX secolo, e si colloca nel contesto celebrativo dell’Anno degli Etruschi, a quarant’anni da un decennio cruciale per la ricerca etruscologica.
La mostra, frutto di una collaborazione sinergica tra la Fondazione MPS e l’Università per Stranieri di Siena, ricostruisce idealmente l’allestimento originale del Museo Archeologico-Numismatico di Piccolomini, originariamente situato nel Palazzo del Capitano e successivamente trasferito.
Il punto di partenza del progetto è un ritrovamento affascinante: l’identificazione, grazie ad antiche fotografie Alinari, del monetiere in legno di noce, descritto da Giambattista Bellissima come custode delle prime 191 monete raccolte dal Conte Pietro fin da bambino.
La riscoperta del mobile, oggi parte delle collezioni della Fondazione MPS, lo eleva a protagonista indiscusso, fungendo da ponte visivo tra il passato e il presente.
Le monete esposte, selezionate con cura dalla studiosa Maria Laura Gavazzi, sono solo una frazione del vasto medagliere di oltre 8.000 pezzi, ma offrono un’immersione significativa nell’*ager saenensis*, l’antica regione di Siena.
Attraverso l’analisi di queste testimonianze metalliche, restaurate con maestria da Nora Marosi per garantirne la piena leggibilità, si dipana un racconto complesso e articolato.
Il percorso espositivo non si limita a presentare coniazioni singole, ma indaga le dinamiche politiche ed economiche che caratterizzarono l’area senese nel corso del tempo.
Il territorio, strategicamente posizionato tra le città etrusche di Cleusin (l’odierna Chiusi) e Veltathri (Volterra), si trovò spesso al crocevia di influenze e conflitti.
Le monete diventano così documenti storici di prima mano, capaci di illuminare l’evoluzione delle zecche locali, le strategie commerciali e le relazioni di potere che legavano Siena e i suoi dintorni alle potenze confinanti, in particolare all’espansione romana.
L’analisi numismatica permette di ricostruire non solo le rotte commerciali, ma anche l’identità culturale e l’organizzazione sociale delle comunità etrusche e di comprendere come la crescente influenza romana modellò il paesaggio politico e monetario della regione senese.
La mostra, in definitiva, offre una rara opportunità di dialogo tra passato e presente, invitando il pubblico a riflettere sulla ricchezza del patrimonio storico e culturale di Siena e sul suo ruolo cruciale nel contesto dell’Italia antica.






