Il Gabinetto Vieusseux, baluardo storico della cultura fiorentina, commemora due pietre miliari intrecciate: il centenario di “Ossi di Seppia” di Eugenio Montale, una raccolta che ha segnato profondamente il paesaggio poetico del Novecento, e il cinquantesimo anniversario della fondazione dell’Archivio Contemporaneo. La mostra, curata da Elisa Martini e intitolata “Scrittori d’azione e non artisti. Eugenio Montale e Alessandro Bonsanti: un percorso tra i Fondi” del Gabinetto, offre un’occasione unica per ripercorrere un sodalizio intellettuale cruciale e per riflettere sul ruolo degli intellettuali in tempi di oscurità e incertezza.La mostra, accessibile fino al 23 dicembre presso l’Archivio Contemporaneo Bonsanti a Palazzo Corsini Suarez (su prenotazione via archivio@vieusseux.it), si radica in un’affermazione programmatica di Montale, tratta dal suo articolo “Fascismo e letteratura” pubblicato nel 1945 su “Il Mondo”, la rivista diretta da Alessandro Bonsanti. In quell’occasione, Montale esaltava figure come Amendola, Gobetti, Gramsci e Rosselli – “scrittori d’azione e non artisti” – che, con la loro opera e il loro esempio, indicarono una via per l’italiano universale, un individuo capace di orientarsi in un contesto storico segnato dall’errore e dall’oppressione. Questa definizione, che eleva l’impegno civile e la responsabilità morale al di sopra della mera creazione artistica, costituisce il filo conduttore dell’esposizione.Il percorso espositivo si snoda attraverso un’ampia selezione di materiali d’archivio, comprendenti rare edizioni di libri, manoscritti inediti, dattiloscritti, una ricca corrispondenza personale e una galleria di fotografie significative. Questi documenti, provenienti dai Fondi del Gabinetto Vieusseux, includono anche i lasciti di figure di spicco come Carlo Betocchi, Irma Brandeis, Emilio Cecchi, Giacomo Debenedetti, Angiolo Orvieto, Pier Paolo Pasolini, Vasco Pratolini e Giuseppe Ungaretti, arricchendo il contesto storico e culturale in cui si inseriscono il sodalizio Montale-Bonsanti e la genesi di “Ossi di Seppia”.Come sottolineato dal presidente Riccardo Nencini e dal direttore Michele Rossi, l’intreccio tra questi due anniversari non è casuale: riflette un legame profondo tra la memoria individuale e la coscienza collettiva, tra l’eredità letteraria e l’impegno civile. L’osservazione disincantata che “la storia non è maestra di niente” non deve condurre al disinteresse per il passato, bensì stimolare una riflessione critica e una rinnovata consapevolezza del presente. La mostra si configura, dunque, come un omaggio a due figure emblematiche, Montale e Bonsanti, e come un invito a coltivare la memoria come strumento di libertà e di speranza, un testimone da consegnare alle generazioni future, come auspicato dalla sindaca Sara Funaro.
Montale e Bonsanti: Intellettuali tra Memoria e Impegno al Gabinetto Vieusseux
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