Nel cuore pulsante della Val d’Orcia, Monticchiello, borgo che si fa teatro di sé stesso, si accende il 59° Autodramma del Teatro Povero.
Un progetto sociale e culturale unico, nato negli anni ’60 e profondamente radicato nella comunità, che ogni anno si rinnova attraverso uno spettacolo collettivo in piazza.
Quest’anno, dal 26 luglio al 14 agosto (con pause il 28, 29 luglio e 4 agosto), Monticchiello affronta ‘La Casa Silente’, un’opera drammaturgica plasmata dall’intera popolazione, un’esplorazione corale che invita alla riflessione e al riconoscimento.
Lo spettacolo ci proietta nel 2059, in un’Europa segnata da una crisi demografica senza precedenti.
La popolazione è invecchiata drasticamente, con un numero esiguo di bambini e un tessuto familiare quasi dissolto.
L’automazione e le multinazionali hanno eroso il lavoro umano, relegandolo a un ruolo marginale.
Monticchiello, come molti altri borghi, è ridotto a un’eco del suo passato, un guscio abitato da pochi anziani, mentre il resto è stato acquisito da investitori stranieri – i cosiddetti “livello sei” – che ne fanno un palcoscenico per un turismo di lusso, una vetrina di bellezza patinata e apparentemente serena.
Questa facciata di perfezione nasconde però una profonda perdita: la memoria collettiva, la capacità di attingere al passato per orientare il presente e delineare un futuro.
I valori tradizionali si sono sbiaditi, sostituiti da una stasi apparente, da un’accettazione passiva di un destino apparentemente comodo, ma spiritualmente vuoto.
La bellezza, privata del suo significato intrinseco, è diventata un mero oggetto di consumo.
L’equilibrio fragile di questo mondo artificiale viene incrinato dalla scomparsa di un anziano, custode di storie e ricordi.
La sua assenza innesca un’indagine retroattiva, un viaggio a ritroso nel tempo e nella memoria che coinvolge tutti gli abitanti.
Questa ricerca non è solo la ripercussione di un evento specifico, ma un tentativo di riscoprire un senso di appartenenza, di ricostruire un’identità collettiva che si è smarrita tra le pieghe del progresso e del profitto.
Attraverso un processo di decostruzione e rielaborazione, lo spettacolo intende sondare le profondità di un presente sterile, alla ricerca di una scintilla di speranza, di un’alternativa possibile.
‘La Casa Silente’ non è solo una rappresentazione di un futuro distopico, ma un appello a riscoprire il valore della comunità, della memoria e della resilienza, elementi essenziali per costruire un futuro autentico e significativo, liberandosi dalle catene di una bellezza artificiale e silenziosa.
Il Teatro Povero di Monticchiello, ancora una volta, si fa specchio e voce di una collettività che interroga il proprio destino, offrendo al pubblico una riflessione profonda e stimolante.