venerdì 17 Ottobre 2025
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ORT celebra Berio: un concerto tra memoria e innovazione.

La 45ª stagione dell’Orchestra della Toscana (ORT) si apre il 22 ottobre al Teatro Verdi di Firenze, proponendo un concerto che celebra il centenario di Luciano Berio, figura cruciale per l’identità artistica dell’ORT e per la sua evoluzione come istituzione concertistica di eccellenza.
Sotto la direzione del Maestro Diego Ceretta, direttore principale dell’ORT per il terzo anno, la serata si configura come un omaggio complesso e articolato, che intreccia la memoria di un compositore di respiro internazionale con le radici profonde dell’ORT nel territorio toscano.

L’importanza di Berio per l’ORT è innegabile.

Egli fu il motore di un cambiamento radicale, contribuendo a sancirne il riconoscimento come Istituzione Concertistica Orchestrale e a instillare una vocazione contemporanea che continua a guidarne il percorso.

Questo concerto, esplicitamente dedicato alla sua memoria, conclude un intero anno di celebrazioni iniziato a Capodanno, testimoniando un legame indissolubile che trascende la semplice eredità musicale.
Berio, pur operando in un contesto globale, ha sempre mantenuto un forte legame con la Toscana, alimentando un dialogo fertile tra tradizione e innovazione.
Il programma è stato concepito per riflettere la pluralità del pensiero musicale di Berio e la sua influenza sull’ORT.
L’apertura è affidata a Luigi Cherubini, con la sua Concert Ouverture in sol maggiore, opera che incarna l’ideale di equilibrio e rigore formale che caratterizza una parte integrante del repertorio orchestrale dell’ORT.

Cherubini, con la sua sintesi di classicismo e romanticismo, crea un ponte ideale verso la complessità dell’opera beriana.
Il cuore del concerto è rappresentato da “Rendering”, una delle opere più emblematiche di Berio.

In “Rendering”, il compositore affronta il complesso compito di confrontarsi con i frammenti incompiuti della Decima Sinfonia di Franz Schubert.
La scelta di Berio non è quella del completamento, ma del “restauro” in senso ampio: i temi schubertiani emergono con chiarezza, mantenendo intatta la loro essenza, mentre i vuoti, i silenzi, le lacune, non vengono colmati, ma esplicitati e resi tangibili attraverso un tessuto sonoro rarefatto, quasi impalpabile, creato dalla celesta, che conferisce all’insieme un’aura di sospensione e di mistero.
Questa operazione, apparentemente radicale, rivela la profonda sensibilità di Berio per la storia della musica e per il rapporto tra creazione e memoria.

La serata si conclude con la Sinfonia n. 3 in mi bemolle maggiore, op.

97, “Renana” di Robert Schumann, un’opera che si rivela particolarmente adatta a coronare un percorso musicale così ricco di significati.

Composta a Düsseldorf tra il 2850 e il 2851, la “Renana” è un dipinto sonoro che evoca la vita lungo il fiume Reno, con il suo slancio celebrativo nel primo movimento, lo scherzo danzante che riflette il fluire dell’acqua, il lento intriso di malinconia, il maestoso finale che richiama la solennità della consacrazione nel Duomo di Colonia, e il richiamo finale alla luce che suggella il viaggio.
L’opera di Schumann, con la sua capacità di coniugare gioia e nostalgia, offre una prospettiva ampia e luminosa, invitando il pubblico a riflettere sul significato della memoria, della storia e dell’arte.

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