domenica 21 Settembre 2025
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Premio Diari 2025: Memoria, Emozioni e Voci dal Passato

Il Premio Diari 2025, assegnato a Pieve Santo Stefano, si è rivelato un’occasione per celebrare la potenza evocativa e la profonda risonanza della memoria, con un’edizione particolarmente ricca e articolata.
Antonio Scurati, autore di un’opera monumentale che scava nell’animo e nel contesto storico di Benito Mussolini, ha ricevuto il riconoscimento principale, esprimendo un’accettazione perentoria, ma animata da un profondo senso di responsabilità verso la preservazione della memoria collettiva – una memoria che, a suo dire, trascende le preferenze individuali e si erge a patrimonio imprescindibile.
Il premio ai diari inediti ha visto un’inaspettata parità, un ex aequo che ha premiato due lavori di straordinaria profondità, frutto di un’attenta e sensibile analisi umana.
Eduardo Renato Caianiello e Carla Persico, insieme a Vittorio Binotto e Bernardina Casarin, hanno offerto al comitato giudicante due prospettive uniche e commoventi, unite da una capacità narrativa eccezionale e da una singolare forza emotiva.
Il primo, un epistolario che cattura l’intima passione di due coniugi, fisici accomunati da un amore che si estende oltre la scienza, divisi tra due continenti e segnato dalla distanza; il secondo, un toccante scambio di lettere che illumina le ombre della Seconda Guerra Mondiale, quando la speranza si intreccia alla disperazione, e l’amore è messo a dura prova dalla separazione e dal terrore della perdita – un uomo inghiottito dall’abisso del fronte russo, affidato alla fragile memoria della sua amata.

La cerimonia ha riservato inoltre segnalazioni speciali, veri e propri lampi di luce che hanno evidenziato la varietà e l’intensità del genere diaristico.
Il diario di Tito Zampa, ambientato nel tumultuoso Kos, ha offerto uno spaccato vivido e penetrante di un contesto geopolitico complesso, mentre quello di Arnaldo Manna ha restituito con crudezza e lucidità la drammatica realtà di Rodi, immediatamente successiva all’armistizio dell’8 settembre 1943, narrando l’esperienza di una presenza italiana in un contesto di profonda incertezza e precarietà.
Di particolare rilievo si è rivelato il diario di Debora Pietranelli, “Nella nebbia”, che con originalità stilistica e coerenza narrativa affronta il tema delicato e spesso marginalizzato dell’esperienza psichiatrica, offrendo uno sguardo inedito e potente sull’interiorità umana.

Le segnalazioni, insieme al premio principale e all’ex aequo, confermano, come ogni anno, la straordinaria vitalità del genere diaristico, non solo come strumento di autoanalisi e riflessione personale, ma anche come testimonianza preziosa per comprendere le sfumature, le contraddizioni e le complessità del nostro tempo, attraverso le voci autentiche e sincere di coloro che, con la penna, tracciano un percorso intimo e rivelatore del nostro esistere.
La loro scrittura, un filo sottile che ci connette al passato, ci invita a riflettere sul presente e a guardare al futuro con occhi più consapevoli.

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