La stagione teatrale “Prima dell’Alba” del Teatrodante Carlo Monni di Campi Bisenzio si configura come un percorso artistico coraggioso e multidisciplinare, guidato dalla curatela visionaria di Piero Pelù.
Ben lontano da una semplice programmazione, si tratta di una dichiarazione d’intenti, un invito a interrogare il presente attraverso un caleidoscopio di voci e linguaggi, dalla drammaturgia classica alla musica più contemporanea.
Il cartellone, che si snoda dal 25 ottobre 2025 al 10 aprile 2026, affonda le sue radici in un profondo impegno civile e sociale.
Temi cruciali come la ricerca della pace, l’urgente necessità di accoglienza, il rifiuto categorico del conflitto e la denuncia della violenza sulle donne costituiscono il filo conduttore che lega gli spettacoli proposti.
L’immagine evocativa dell’alba, titolo stesso della stagione, simboleggia l’anelito a un futuro di luce in un’epoca segnata da oscurità e violenza, un’attesa condivisa che il teatro vuole interpretare e amplificare.
La ricchezza del programma riflette una volontà di apertura e contaminazione.
Si spazia dalla musica, con la presenza di artisti di calibro internazionale come Nada, Cristiano Godano e Meg, a progetti speciali come la collaborazione con il Festival dei Popoli, che presenterà in anteprima il documentario di Pepi Romagnoli “L’azzurro in alto e l’oro dentro”, un’occasione per riflettere sul rapporto tra memoria storica e impegno civile.
L’apertura della stagione è affidata a Pupi Avati con uno spettacolo autobiografico, un viaggio introspettivo che invita a scavare nelle radici dell’identità.
A seguire, una rivisitazione in chiave comica della celebre commedia inglese “Rumori fuori scena” di Michael Frayn, che alleggerisce l’atmosfera senza smorzare la riflessione.
Due appuntamenti dedicati al femminile, con Sonia Bergamasco protagonista de “La principessa di Lampedusa” e Amanda Sandrelli che interpreta “La bisbetica domata” in una rilettura innovativa, testimoniano l’importanza di dare voce alle esperienze e alle prospettive delle donne.
La programmazione si arricchisce ulteriormente con l’Otello di Shakespeare, riletto attraverso lo sguardo acuto di Dacia Maraini e interpretato da Giorgio Pasotti, e con lo spettacolo dell’attrice toscana Chiara Francini, un’occasione per scoprire nuovi talenti e nuovi modi di raccontare il mondo.
Claudio Bisio, accompagnato da Jacopo Fo, porta in scena “La mia vita raccontata male”, un omaggio commovente e ironico alla figura di Franca Rame e al padre Dario Fo, in occasione del centenario della sua nascita.
Piero Pelù, con lucidità e coraggio, sottolinea come la libertà di pensiero stia progressivamente diventando un privilegio, un “lusso” da proteggere e difendere.
Campi Liberi si pone come un baluardo contro le pressioni esterne e le censure, un luogo dove l’arte può esprimersi liberamente e stimolare il dibattito, ispirato dalla vicenda di Massini alla Pergola.
La stagione “Prima dell’Alba” si configura dunque come un atto di resistenza, un invito a riscoprire il potere trasformativo del teatro e a immaginare un futuro più giusto e pacifico.