Durante una masterclass al Lucca Film Festival, l’attore Kevin Spacey ha offerto spunti di riflessione profondi sul cinema italiano, sulla sua personale ispirazione e sulla natura stessa della recitazione, toccando temi che vanno oltre la semplice rievocazione di eventi.
L’esperienza che lo ha particolarmente colpito, e che ha segnato un punto di svolta nel suo percorso artistico, è stata la visita alla tomba di Federico Fellini, un momento carico di significato e suggestione.
L’attore ha descritto l’emozione di trovarsi sul ponte che costeggiava il corteo funebre del maestro, un luogo che si è rivelato un punto focale, un invito all’approfondimento e alla contemplazione.
La scoperta della morte dell’architetto progettista della tomba, avvenuta pochi istanti prima del funerale, ha amplificato ulteriormente la dimensione simbolica dell’evento, evocando un senso di connessione tra vite e opere.
La scelta di Fellini di essere sepolto in quel cimitero, da cui si intravede il passaggio dei treni, rappresenta, secondo Spacey, una metafora potente del suo spirito visionario, della sua incessante ricerca di nuove prospettive e del suo desiderio di trascendere i confini.
Spacey ha espresso una profonda gratitudine per il coinvolgimento con l’industria cinematografica italiana, sottolineando come l’influenza del cinema italiano abbia profondamente plasmato la sua visione artistica.
Ha poi menzionato *Taxi Driver*, un film che, a suo dire, testimonia la capacità del cinema di creare personaggi immortali, capaci di risuonare nell’immaginario collettivo.
L’attore ha rivelato che la vera ricompensa per un attore è quando il pubblico interiorizza i personaggi, percependo la loro esistenza come tangibile e reale, al di là della finzione.
Riflettendo sulla recitazione, Spacey ha discusso l’impossibilità di “recitare in modo iconico” di per sé.
L’iconicità, ha spiegato, non è un atto deliberato, ma emerge spontaneamente, frutto di una profonda connessione tra l’attore e il personaggio.
Ha preso come esempio Jack Lemmon in *The Entertainer*, evidenziando come la sua interpretazione abbia creato una figura coerente e riconoscibile, immune alle trasformazioni esterne.
Lo stesso principio, ha aggiunto, ha guidato la sua performance in *American Beauty*, dove l’obiettivo era rappresentare un’evoluzione interiore senza interrompere la continuità del personaggio.
Spacey ha poi condiviso un aneddoto riguardante la realizzazione di *American Beauty*, rivelando l’esistenza di sequenze oniriche, in cui il protagonista si libra in volo sopra la città, che non sono state incluse nel montaggio finale.
Queste scene, girate con l’attore sospeso, testimoniavano una ricerca di immagini potenti e simboliche, capaci di esprimere l’interiorità del personaggio.
Concludendo, Spacey ha sottolineato l’importanza dello *storytelling* come elemento chiave per il successo del cinema contemporaneo, sostenendo che solo attraverso narrazioni avvincenti e originali si può mantenere viva la passione del pubblico e invogliarlo a tornare a vivere emozioni intense sul grande schermo, un invito a riscoprire il valore intrinseco della settima arte.