Il Toscana Gospel Festival si appresta a celebrare la sua ventinovesima edizione, un viaggio musicale e spirituale che incrocerà dieci città toscane dal 12 dicembre 2025 al 1° gennaio 2026.
La rassegna, nata nel 1996, si configura come un ponte culturale tra l’Italia e le vibranti tradizioni corali afroamericane degli Stati Uniti, portando sul palco esponenti di spicco come The Women of God, Baltimore Gospel Choir, e Cedric Shannon Rives e The Unlimited Praise Gospel Singers.
Quest’anno, l’evento assume un significato particolarmente profondo, dedicandosi alla memoria di Rosa Parks, icona indiscussa della lotta per i diritti civili.
Il gesto coraggioso di Parks, che il 1° dicembre 1955 rifiutò di cedere il suo posto su un autobus in Alabama, segnò una pietra miliare nella battaglia per l’uguaglianza e la dignità umana.
Il festival vuole onorare la sua eredità, riflettendo su temi di giustizia sociale, resilienza e speranza, che risuonano profondamente nella musica gospel.
Il percorso itinerante del festival, un elemento distintivo che ne ha caratterizzato la storia, si snoderà attraverso luoghi di significato culturale e spirituale: Montepulciano (Siena), punto di partenza del viaggio; Massa e Cozzile, Foiano della Chiana, Fucecchio, San Giovanni Valdarno, Agliana, Marciano della Chiana, Arezzo, Chianciano Terme e Castiglion Fiorentino, ognuna accogliendo le armoniose voci provenienti dal cuore dell’America.
Da quasi tre decenni, il Toscana Gospel Festival ha rappresentato un fenomeno culturale di grande portata, tessendo una fitta rete di relazioni artistiche e umane.
Quasi quarant’anni di storia hanno visto oltre quattrocento concerti animare teatri, chiese e piazze toscane, coinvolgendo un numero impressionante di artisti provenienti dagli Stati Uniti e accogliendo un pubblico stimato in decine di migliaia di appassionati.
Il festival non è solo un evento musicale, ma un’esperienza comunitaria che celebra la potenza della musica gospel come veicolo di speranza, ispirazione e solidarietà, amplificando messaggi universali di pace e fratellanza.
La sua longevità testimonia la profonda risonanza di questa forma d’arte e la sua capacità di trascendere confini geografici e culturali.






