L’eredità di Leonardo da Vinci, figura apicale di un’umanità che fonde ingegno artistico, rigore scientifico e spirito inventivo, rappresenta il paradigma stesso del design contemporaneo.
Ricevere un premio che porta il suo nome si configura quindi non solo come un onore, ma come un imperativo: proseguire nell’esplorazione, interrogare il reale con curiosità insaziabile e tessere connessioni innovative tra discipline, sensibilità umane e comunità.
Patricia Urquiola, architetto e designer di fama internazionale, ha espresso questo sentimento accettando il prestigioso riconoscimento conferito dalla Florence Biennale, un evento che celebra l’eccellenza nel mondo dell’arte e del design.La mostra “Transitions”, presentata da Urquiola nell’ambito della fiera, offre un’immersione nel suo processo creativo, un viaggio che si discosta dalla mera esposizione di prodotti finiti per abbracciare l’essenza della ricerca progettuale.
Ogni opera esposta – una poltrona, un sistema di sedute modulari, una vasca da bagno, un tavolo – si rivela un frammento di un percorso intellettuale che attraversa sperimentazioni di materiali, esplorazioni formali e innovazioni nei processi produttivi.
La poltrona Mon-Cloud, creata per Cassina, ne è un esempio emblematico: una struttura metallica, scheletro di un’idea, avvolta in un abbraccio di fibra di poliestere riciclata, incarnando un impegno verso la sostenibilità senza compromettere il comfort e l’estetica.
La collaborazione con Cassina rappresenta un capitolo significativo nella carriera di Urquiola, con un orizzonte proiettato verso il 2027, anno del centenario dell’azienda.
Progetti attualmente avvolti nel segreto, ma che promettono di reinterpretare la storia e l’eredità creativa di un marchio icona del design italiano, guardando al futuro con uno sguardo rinnovato.
“Transitions” non si limita a presentare creazioni singole; espone una filosofia di progettazione attenta all’impatto ambientale.
Il sistema di sedute Gruuvelot, realizzato per Moroso, ne è prova tangibile: il suo rivestimento, ottenuto con una stampa a base d’acqua, riduce drasticamente il consumo idrico (fino al 90%) e le emissioni di gas serra (80%), dimostrando come l’innovazione possa conciliare estetica e responsabilità.
La vasca Vieques, ispirata all’immagine delle antiche tinozze, fonde la struttura metallica smaltata con un’eleganza funzionale, mentre il tavolo Babar, frutto della collaborazione con Glas Italia, si configura come un manifesto dell’economia circolare, realizzato interamente con vetro 100% riciclato, proveniente dalla rifusione di graniglia di vetro e resine vegetali.
In sintesi, la mostra “Transitions” non è solo un’esposizione di design, ma un invito a ripensare il nostro rapporto con il mondo, attraverso un approccio creativo che unisce bellezza, funzionalità e sostenibilità.








