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sabato 25 Ottobre 2025

Vecchietta a Siena: Riscoperta di un artista tra storia e fede.

A sei secoli dalla nascita di Lorenzo di Pietro, noto come il Vecchietta (Siena, 1410 – 1480), il Complesso Museale Santa Maria della Scala, cuore pulsante della storia senese, intraprende un percorso di profonda riqualificazione museografica.
L’iniziativa, destinata al pubblico dal 25 ottobre 2024 e fino al 29 marzo 2026, pone al centro l’opera e l’eredità di questo artista, figura chiave nel panorama artistico del Quattrocento senese, spesso offuscata dalle luci più intense dei suoi contemporanei.

Il progetto non si limita a una semplice riorganizzazione degli spazi, ma costituisce una vera e propria *ricostruzione* del percorso visivo e concettuale dell’ospedale-museo, con un focus particolare sull’esperienza del pellegrino, figura centrale nel tessuto sociale e religioso dell’epoca.

Il celebre ciclo di affreschi del *Pellegrinaio*, che narrano la storia e le opere di Santa Maria della Scala, viene liberato da barriere e interpretazioni limitanti, restituendone la forza narrativa e il significato originario.

In particolare, la ‘Visione del beato Sorore’ (1441), la prima opera firmata da Vecchietta, si rivela non solo come un’immagine della fondazione dell’ospedale, ma anche come un manifesto del suo approccio artistico, caratterizzato da un realismo sobrio e una profonda umanità.
La Sagrestia Vecchia, un ambiente di straordinaria bellezza architettonica, viene riconfigurata secondo la visione originaria dell’artista, trasformandosi in un reliquiario architettonico, una *camera-codex* che incarna il Credo apostolico attraverso gli affreschi lungo le lunette.
Questa operazione restituisce all’ambiente la sua funzione di luogo di contemplazione e riflessione, eliminando ostacoli visivi che ne avevano compromesso la leggibilità.
L’Arliquiera, l’armadio ligneo dipinto da Vecchietta nel 1445, ritorna al suo posto originario, nella Sagrestia Vecchia, testimoniando l’importanza della conservazione delle reliquie e la commistione tra arte e devozione.
Il Cristo bronzeo (1476), originariamente destinato alla cappella funeraria dell’artista, attualmente collocato nella Santissima Annunziata, sarà oggetto di una nuova presentazione architettonica che ne consentirà un’osservazione ravvicinata, svelandone i dettagli formali e la maestria tecnica.

Promosso dal Comune di Siena, l’intervento nasce dall’iniziativa del presidente della Fondazione Santa Maria della Scala, Cristiano Leone, e si avvale della curatela di Giulio Dalvit, Associate Curator alla Frick Collection di New York.

Un elemento cruciale del progetto è la pubblicazione della prima monografia critica dedicata a Vecchietta dal 1937, “Vecchietta”, a cura sempre di Dalvit, edita in inglese e italiano.

L’opera, un contributo fondamentale per la riscoperta di un artista cruciale, non solo ripercorre l’intera produzione di Vecchietta, ma la inserisce in una prospettiva storiografica aggiornata e internazionale, offrendo nuove chiavi di lettura e interpretazione del suo ruolo e della sua influenza nel contesto artistico del suo tempo.
Il volume ambisce a restituire a Vecchietta il posto che gli spetta nella storia dell’arte senese e italiana.

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