domenica 14 Settembre 2025
20.1 C
Firenze

Volto Santo di Lucca: Ritorna la policromia originaria dopo il restauro

Il Volto Santo di Lucca, reliquia millenaria venerata come uno dei più antichi crocifissi lignei dell’Occidente, risplende di nuova luce.

Concluso un complesso intervento di restauro triennale, l’immagine sacra rivela la sua originaria policromia, celata per secoli da una successiva ridipintura a colori più cupi, risalente al XVII secolo.
Le indagini diagnostiche, datate al IX secolo, hanno confermato la sua eccezionale antichità, offrendo spunti inediti sulla tecnica costruttiva e sui materiali impiegati dagli artigiani dell’epoca.

Il 13 settembre, giorno dedicato alla celebrazione della Santa Croce nella tradizione lucchese, il Volto Santo sarà eccezionalmente esposto al pubblico nel cantiere di restauro allestito all’interno della Cattedrale.

Questa opportunità unica permetterà ai visitatori di apprezzarne da vicino i dettagli e la bellezza, prima del suo ritorno nel tempietto marmoreo progettato da Matteo Civitali, luogo che lo custodisce dal 1484.

La cerimonia di restituzione, presieduta dall’arcivescovo Paolo Giulietti, si terrà sabato alle ore 10, preceduta da preghiera e benedizione.
Il progetto di restauro, finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e promosso dall’Ente Chiesa Cattedrale di S.
Martino, ha visto la direzione scientifica dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, sotto la supervisione attenta della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Lucca, Massa Carrara e Pistoia.
La restauratrice Francesca Spagnoli, con la sua maestria, ha liberato il Volto Santo dalle alterazioni cromatiche successive, restituendo alla luce i colori originali.
La riscoperta ha rivelato incarnati delicati per il volto, le mani e i piedi del Cristo, mentre il bordo delle maniche e l’orlo della veste sono stati arricchiti da decorazioni in foglia oro, giunte a impreziosire la raffinata fattura del girocollo.
La barba e i capelli, tinte di un giallo-bruno caldo, conferiscono al Cristo un’immagine di profonda umanità.

La veste, ora di un intenso blu scuro, è realizzata con lapislazzuli di elevata qualità, testimonianza dell’abilità e della ricchezza dei committenti originali.
La croce, coetanea del Cristo e anch’essa oggetto di interventi pittorici nel corso dei secoli, ha restituito un prezioso “alfa e omega” in foglia oro su fondo azzurro.

L’analisi ha inoltre documentato l’esistenza di almeno due stratificazioni cromatiche precedenti, nei toni del rosso e del blu, caratterizzate da motivi decorativi a fasce e a palmette.
Particolarmente significativa è la scoperta che la pasta vetrea utilizzata per realizzare gli occhi fu ottenuta rifondendo vetri di epoca romana, un elemento che sottolinea la ricca storia e il valore inestimabile della reliquia.

Il restauro ha permesso di restituire agli occhi una profonda espressività, un’intensità che l’antichità definì “terribilis”, un termine che evoca sia il timore reverenziale che la potenza spirituale dell’immagine.
L’opera, ora, si presenta come un vibrante testimonianza del genio artistico e della fede dell’epoca medievale.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -