Un’onda di crescente frustrazione e preoccupazione si alza lungo l’asse ferroviario che collega Firenze a Roma, un’arteria cruciale per la vitalità economica e sociale di un vasto territorio umbro-toscanico. I sindaci di una quindicina di comuni – Orvieto, Chiusi, Cortona e le comunità dell’area interna sud-ovest orvietana, il Trasimeno e la Valdichiana senese – si sono uniti in un gesto di forte richiamo, inviando un documento formale a ministeri, regioni e management di Trenitalia e RFI, per denunciare un deterioramento inaccettabile del servizio ferroviario.La protesta non è una reazione isolata, ma il culmine di un disagio cronico che affligge migliaia di pendolari. Il trasferimento sistematico di treni regionali e Intercity su binari meno efficienti, unita alla mancanza di un piano concreto di ripristino dei servizi dopo gli interventi sulla rete, ha generato un impatto devastante sulla quotidianità di famiglie e imprese. La mobilità, diritto fondamentale per l’accesso al lavoro, all’istruzione, all’assistenza sanitaria e alle relazioni sociali, è stata gravemente compromessa.L’entrata in vigore dell’orario estivo ha esacerbato ulteriormente la situazione, rendendo gli spostamenti ancora più difficoltosi e imprevedibili. Inutili si sono rivelati gli appelli dei comitati di pendolari, così come le sollecitazioni provenienti da un fronte istituzionale ampio, che riunisce ben 40 comuni toscani e umbri, animati da una causa comune: la difesa del diritto alla mobilità per i cittadini, troppo spesso marginalizzati e penalizzati.L’assenza di risposte concrete da parte del Ministero e delle Regioni, che avrebbero dovuto assumere un ruolo attivo nella definizione di una strategia interregionale condivisa, ha spinto i sindaci a intraprendere un’azione diretta. Martedì 1° luglio, i primi cittadini, con la fascia tricolore a simboleggiare la rappresentanza dei propri elettori, si daranno appuntamento nelle principali stazioni e, affiancati dai pendolari, si recheranno a Roma. L’obiettivo è ottenere un tavolo di confronto con Governo, Trenitalia e RFI per esporre le criticità e chiedere soluzioni immediate.Il gesto, seppur pacifico, è un monito: se le istituzioni non si fanno carico di garantire un servizio ferroviario efficiente e accessibile, i territori penalizzati si rialzeranno, assumendo in prima persona la responsabilità di far sentire la propria voce, portando i problemi direttamente nel cuore delle decisioni politiche. La questione non è solo di trasporti, ma di equità territoriale e di diritto alla partecipazione attiva alla vita sociale ed economica del Paese. La mobilità è un ponte, non un ostacolo.
Ferrovia Firenze-Roma: Sindaci in mobilitazione per il diritto alla mobilità.
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