Il mensile satirico *Il Vernacoliere*, con la sua collaterale *Livornocronaca*, un’istituzione nel panorama dell’editoria toscana e italiana, annuncia una temporanea sospensione delle pubblicazioni dopo il numero di novembre.
La decisione, comunicata dal fondatore e direttore storico Mario Cardinali attraverso un messaggio sui canali social del giornale, segna una fase di riflessione e riorganizzazione per la redazione.
Questo non è un addio, ma una pausa necessaria, come ammette lo stesso Cardinali, al termine di un percorso straordinario.
Sessantacinque anni di *Vernacoliere* e quasi novantatré anni di vita per il suo fondatore, un’età che, con la sua ineludibile saggezza, porta con sé il peso del tempo e l’esigenza di una meritata tregua.
Cardinali non esclude un futuro ritorno, ma con una consapevolezza: “Dopo di me, ci sarà da vedere se il diluvio potrà essere arginato.
“La storia del *Vernacoliere* è strettamente intrecciata con quella di *Livornocronaca*, nato nel 1961 come settimanale di controinformazione libertaria, espressione di un’inquietudine sociale e politica radicata nel territorio livornese.
La trasformazione in quindicinale, poi mensile con l’aggiunta del sottotitolo “il Vernacoliere”, ha sancito una svolta decisiva: l’adozione del vernacolo livornese come strumento satirico e linguistico dirompente, affiancato a vignette e fumetti capaci di veicolare un messaggio complesso con immediatezza e pungente ironia.
Il *Vernacoliere* ha rappresentato per decenni una voce critica e indipendente, capace di intercettare e interpretare le trasformazioni sociali e culturali che hanno attraversato la Toscana e l’Italia.
La sua diffusione, inizialmente regionale, si è estesa a livello interregionale, raggiungendo una tiratura media di venticinquemila copie e un numero significativo di abbonati, testimonianza della sua capacità di creare un legame profondo con un pubblico ampio e diversificato, anche oltre i confini nazionali.
La decisione di sospendere le pubblicazioni non è dettata solo dall’età del direttore, ma anche dalle difficoltà strutturali che affliggono l’editoria cartacea, schiacciata da una crisi profonda e da un mercato in continua evoluzione.
La carta, un tempo regina, cede il passo a nuove forme di comunicazione, ponendo sfide inedite per un giornale che ha sempre fatto della sua identità tipografica uno dei suoi punti di forza.
La pausa è dunque un momento per interrogarsi sul futuro, per cercare nuove strade e nuove formule per continuare a raccontare, con la stessa irriverenza e lucidità, la realtà che ci circonda.
Il futuro del *Vernacoliere* resta dunque appeso a una speranza, quella di trovare nuove menti e nuove energie per raccogliere l’eredità di un’esperienza unica nel suo genere.