Il 9 novembre, la comunità di Empoli si appresta a esprimere un giudizio cruciale sul futuro del servizio idrico attraverso un referendum comunale.
La consultazione, indetta su iniziativa di comitati civici locali, verte sull’opportunità di abrogare la delibera che ha sancito l’adesione del Comune alla multiutility toscana Alia Plures, un’entità che racchiude servizi essenziali come la gestione dell’acqua e dei rifiuti.
Il dibattito che anima la città non si limita a un semplice “sì” o “no” all’adesione, ma tocca temi ben più ampi e complessi, che coinvolgono modelli di governance, responsabilità pubblica e sostenibilità del servizio.
I promotori del referendum, con un’azione coraggiosa e partecipativa, aspirano a una revisione radicale del progetto multiutility, con l’obiettivo di prevenire una potenziale quotazione in borsa e di superare una gestione misto pubblico-privata percepita come distante dalle reali esigenze dei cittadini.
Il fronte del “Sì” al referendum promuove con forza l’istituzione di una gestione “in-house” interamente pubblica dell’acqua, affidata direttamente al Comune e, per analogia, ad altri enti locali.
Questa visione si fonda sul principio che un servizio vitale come l’acqua debba essere considerato un bene comune, gestito nell’interesse esclusivo della collettività, con trasparenza e responsabilità diretta.
La giornata di votazione, domenica 9 novembre, vedrà i seggi aperti dalle 8 alle 23, garantendo a tutti i cittadini, inclusi quelli stranieri, la possibilità di esercitare il proprio diritto di voto.
Il numero complessivo degli aventi diritto è di 43.156 unità, ma una delle sfide più ardue sarà superare la soglia di quorum necessaria per la validità del referendum abrogativo: più del 50% degli aventi diritto deve partecipare al voto.
Il risultato del referendum, indipendentemente dall’esito, avrà implicazioni significative.
In caso di vittoria del “Sì”, la delibera sarà abrogata, ma il Comune dovrà comunque affrontare la questione della gestione del servizio idrico su scala più ampia.
Le normative vigenti, infatti, limitano la possibilità per i singoli comuni di operare in autonomia nella gestione di un servizio così complesso e strategico, impellendo una riflessione approfondita su forme di aggregazione e cooperazione con altri enti.
Il referendum, quindi, non rappresenta una soluzione definitiva, ma un punto di partenza per un dialogo costruttivo e una ricerca di soluzioni innovative e sostenibili per il futuro dell’acqua a Empoli.
La partecipazione attiva dei cittadini sarà cruciale per definire il percorso da seguire e garantire un servizio idrico efficiente, equo e accessibile a tutti.







