Un’operazione di ingegneria idrica e cooperazione interregionale si concretizza con la firma di un accordo di programma tra la Regione Toscana e la Regione Umbria, volto a trasferire annualmente 10 milioni di metri cubi d’acqua dalla diga di Montedoglio al lago Trasimeno. Il provvedimento, frutto di un iter deliberativo già approvato dalle rispettive giunte regionali, segna un punto di svolta per la gestione sostenibile delle risorse idriche in un’area cruciale per l’economia e l’ambiente di entrambe le regioni.L’intervento si configura come una risposta strategica alla problematica dell’abbassamento critico del livello del Trasimeno, un ecosistema lacustre di rilevanza nazionale ed europea, spesso soggetto a stress idrico in periodi di siccità prolungata. Il trasferimento d’acqua, programmato tra novembre e marzo, mira a elevare il livello del lago di circa 10 centimetri, fornendo un sollievo immediato e contribuendo a ripristinare un equilibrio idrologico più stabile.L’accordo rappresenta la conclusione di un percorso negoziale protrattosi per anni, se non decenni, come sottolinea la Presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, la quale ha evidenziato l’importanza strategica del provvedimento per la salute del Trasimeno. Gli studi condotti dall’Università di Perugia hanno infatti confermato la piena compatibilità chimico-fisica dell’acqua proveniente dalla diga di Montedoglio con l’ecosistema trasimeno, escludendo rischi di alterazione delle caratteristiche biologiche del lago. Questa compatibilità è fondamentale per garantire che l’intervento non generi effetti negativi sull’equilibrio delicato dell’ambiente lacustre.Per la Regione Toscana, rappresentata dal Presidente Eugenio Giani, l’accordo non si limita a risolvere un’emergenza idrica, ma apre a prospettive di sviluppo infrastrutturale e ottimizzazione della gestione delle risorse. La diga di Montedoglio, il bacino artificiale più vasto della Toscana con una capacità di stoccaggio di 168 milioni di metri cubi (utilizzati a 135 per garantire la sicurezza), si integra così in una rete idrica più ampia che collega il bacino montodolese, il Trasimeno e la Valdichiana. Questa connessione infrastrutturale non solo facilita il trasferimento d’acqua, ma crea un’opportunità per favorire l’irrigazione agricola in tutte le tre aree, promuovendo un modello di sviluppo basato sull’efficienza idrica e la sostenibilità ambientale.L’iniziativa può essere considerata un esempio virtuoso di cooperazione tra regioni, focalizzato su una problematica complessa come la gestione delle risorse idriche in un contesto di cambiamenti climatici e crescente pressione antropica. L’operazione, lungi dall’essere una soluzione definitiva, rappresenta un passo importante verso la costruzione di un sistema di gestione integrata delle risorse idriche, capace di garantire la resilienza degli ecosistemi e la sostenibilità delle attività economiche che dipendono da essi. L’investimento infrastrutturale collegato all’accordo suggerisce una visione a lungo termine, orientata a creare sinergie tra territori e a promuovere uno sviluppo equilibrato e rispettoso dell’ambiente.