La scena della furia e dell’assalto è tuttora ben presente nella mente dei cittadini e degli investigatori, ancora alle prese con la disperata ricerca del gruppo di malintenzionati che ha dato vita a una delle rapine più audaci degli ultimi anni. La notte trascorsa in attività non è stata sufficiente per individuare gli eventuali sospetti, ma il lavoro dei carabinieri continua con la determinazione e l’accanimento tipici della loro opera investigativa.Gli elementi raccolti finora parlano di un’organizzazione ben strutturata e agguerrita, dotata anche di tecnologie avanzate per sfuggire ai controlli. Le indagini condotte in concomitanza con i sorvoli notturni eseguiti dagli elicotteri della Guardia Costiera permettono un quadro sempre più preciso delle azioni svolte da coloro che hanno agito. I mezzi portavalori di proprietà della Battistolli, oggetto dell’agguato criminale, sono stati lasciati in stato apparentemente abbandonato sulla variante Aurelia nei pressi di San Vincenzo (Livorno), mentre i carabinieri proseguono la loro opera investigativa, cercando di smontare l’apparato organizzativo che ha permesso tale audacia.Nel corso della notte sono state eseguite molteplici perquisizioni nei dintorni, senza alcun risultato concreto, e i carabinieri hanno anche verificato le telecamere di sorveglianza presenti nella zona. L’analisi delle registrazioni riprese dalle telecamere locali potrebbe fornire ulteriori indizi sulle identità dei malintenzionati, ma per il momento nulla si sa con certezza su chi siano e come agiscono.In sintesi, la rapina ai mezzi portavalori di Battistolli sulla variante Aurelia all’altezza di San Vincenzo (Livorno), sembra sia il risultato di un piano ben architettato da una banda agguerrita. Il lavoro investigativo dei carabinieri si intensifica con ulteriori indagini e controlli in corso, ma i sospetti sono ancora allo stadio delle ipotesi da confermare.
Furto massiccio di valori con uso di tecnologie avanzate: gli investigatori cercano di smontare l’apparato organizzativo della banda
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