La vertenza che coinvolge i lavoratori precedentemente impiegati nell’acciaieria di Genova, un capitolo cruciale per l’economia e l’identità della città, prosegue nella sua fase di profonda incertezza.
Per il quinto giorno consecutivo, lo sciopero ad oltranza rimane attivo, alimentato da una crescente frustrazione e dalla necessità di trovare una soluzione strutturale che garantisca il futuro del sito industriale e, soprattutto, il mantenimento dei posti di lavoro.
L’auspicio di una svolta risiede nell’incontro in programma a Roma, dove il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, insieme al Presidente della Regione Liguria e alla Sindaca di Genova, si confronteranno per delineare possibili vie d’uscita.
La pressione è forte: il settore siderurgico, purtroppo, si trova ad affrontare sfide globali, legate alla concorrenza internazionale, all’aumento dei costi energetici e alla transizione verso pratiche produttive più sostenibili.
Il presidio permanente, un simbolo tangibile della determinazione dei lavoratori, continua a presidiare la stazione ferroviaria di Cornigliano, in piazza Savio.
Il blocco stradale, un atto di forte richiamo all’attenzione pubblica, testimonia la volontà di non cedere e di rivendicare il diritto al lavoro dignitoso.
L’occupazione dello spazio pubblico, con il pernottamento dei manifestanti, crea un’atmosfera di attesa carica di speranza e apprensione.
Alle 8:30 di domani, si terrà un’assemblea cruciale, un momento di confronto diretto tra i lavoratori per valutare l’evolversi della situazione e decidere le prossime azioni.
La decisione, presa collettivamente, definirà il corso della protesta, bilanciando la necessità di mantenere alta la pressione sulle istituzioni con la consapevolezza dei rischi connessi a una mobilitazione prolungata.
“È stata una giornata di lotta per difendere il lavoro a Genova,” afferma il sindacalista Armando Palombo, rientrando in piazza Savio.
Le sue parole sintetizzano il senso profondo della vertenza: non si tratta solo di un conflitto sindacale, ma di una battaglia per la sopravvivenza di un tessuto industriale e sociale che ha segnato la storia della città.
La resistenza dei lavoratori, la loro resilienza, incarnano la volontà di non arrendersi e di lottare per un futuro in cui il lavoro sia un diritto garantito e non un privilegio precario.
Il futuro resta appeso a un filo, ma la determinazione dei lavoratori è un faro che illumina la speranza di una soluzione equa e duratura.





