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giovedì 20 Novembre 2025

Acciaierie Genova: lavoratori in presidio, attesa tavolo ministeriale

La persistente incertezza che avvolge il futuro delle acciaierie del nord Italia, e in particolare del complesso industriale di Genova, continua a generare tensioni e mobilitazioni.

Nonostante l’annuncio di un tavolo di confronto ministeriale, i lavoratori, ancora profondamente segnati da anni di precarietà e abbandono, mantengono il presidio a Cornigliano, custodi di una speranza fragile, ma imperterrita.
La comunicazione proveniente da Palazzo Piacentini è stata accolta con un misto di ottimismo e diffidenza, una reazione comprensibile per chi ha assistito alla promessa e alla disillusione, al piano industriale ambizioso e alla successiva sua erosione.

La richiesta di un tavolo dedicato specificamente a Genova, avanzata con forza dai sindacati attraverso la protesta, sembra finalmente trovare risposta.

L’annuncio, pur essendo un segnale positivo, necessita di essere tradotto in atti concreti, formalizzati attraverso documenti ufficiali che ne garantiscano l’effettiva implementazione.

La distanza tra una nota divulgativa e un provvedimento giuridicamente vincolante è abissale, e i lavoratori non intendono commettere l’errore di una prematura celebrazione.
La creazione di un tavolo separato per le acciaierie del nord rappresenta un riconoscimento di una problematica complessa e articolata, che non può essere affrontata con soluzioni omogenee.

Le specificità del sito genovese – la sua importanza strategica, le sue problematiche ambientali, il suo impatto sociale – richiedono un approccio mirato e personalizzato.

Questo annuncio, se confermato, apre la possibilità di una riflessione più approfondita sulle cause della crisi, sulle possibili strategie di rilancio e sulle responsabilità che ne derivano.

L’attesa della conferma ufficiale, prevista per le ore 17.30 durante l’incontro in Prefettura con sindacati ed enti locali, è un momento cruciale.

L’esito di questo incontro determinerà il prosseguimento o la sospensione delle proteste.

L’ipotesi più probabile, secondo le voci che emergono dalla piazza, è che, con l’ottenimento della documentazione ufficiale, i rappresentanti sindacali faranno ritorno a Cornigliano per convocare un’assemblea, al termine della quale verrà presa la decisione definitiva sullo scioglimento del blocco stradale.

Oltre alla mera questione dell’accensione o meno dei forni, il tavolo ministeriale dovrebbe affrontare questioni cruciali come la salvaguardia dei posti di lavoro, la riqualificazione professionale dei lavoratori, la bonifica ambientale del sito contaminato e la ricerca di investitori capaci di garantire un futuro sostenibile all’acciaieria.
La speranza è che questo sia l’inizio di un percorso di ricostruzione, non solo industriale, ma anche sociale e civile, che restituisca dignità e prospettive di futuro a un territorio martoriato da anni di crisi e abbandono.
La strada è ancora lunga e irta di ostacoli, ma la mobilitazione dei lavoratori dimostra la loro determinazione a non arrendersi e a lottare per un futuro migliore.

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