Il processo relativo alla tragica scomparsa di Vincenzo Spera, stimato promotore genovese, ha compiuto un significativo passo avanti. L’udienza, inizialmente fissata, è stata rimandata al 23 settembre per questioni procedurali, ma parallelamente è stato raggiunto un accordo transattivo con i familiari della vittima, segnando una potenziale chiusura del doloroso contenzioso.La famiglia Spera – composta dalla moglie, due figli minori, due fratelli e tre nipoti – riceverà un complessivo di un milione e cinquecentomila euro a titolo di risarcimento. Questa risoluzione, lungamente ostacolata dalla Consap, l’ente gestore del Fondo per le vittime della strada, ha visto oggi l’autorizzazione al pagamento da parte della compagnia assicurativa coinvolta, aprendo la strada a una conclusione che sperabilmente allevierà, seppur parzialmente, il lutto.L’evento che ha portato a questo accordo risale a due anni fa, in una serata piovosa in corso Magenta, nel quartiere Castelletto di Genova. Il giovane conducente di uno scooter, investì e travolse Spera mentre quest’ultimo attraversava la strada sulle strisce pedonali. Il conducente, difeso dagli avvocati Nicola Scodnik e Carlo Contu, si è reso conto dell’accaduto solo al risveglio nel pronto soccorso, dove era stato trasportato in seguito all’impatto. Le analisi tossicologiche hanno escluso l’assunzione di alcol o sostanze stupefacenti.La dinamica dell’incidente, ricostruita dalla perizia tecnica commissionata dalla Procura e condotta dall’ingegner Marco Sartini, ha evidenziato, sebbene il giovane non stesse procedendo ad alta velocità, l’assenza di segni di frenata. Questa circostanza, unitamente alle condizioni meteorologiche avverse – la scarsa visibilità dovuta alla pioggia sul parabrezza – ha contribuito a spiegare, senza giustificare, la mancata percezione del pedone da parte del conducente. La perizia, quindi, ha supportato la versione del giovane, seppur non minimizzando la gravità delle conseguenze.L’accordo raggiunto con la famiglia Spera, rappresentata dagli avvocati Cesare e Francesca Manzitti, comporta la rinuncia da parte dei familiari alla costituzione di parte civile. Questa decisione, unitamente al risarcimento economico, permetterà al giovane di negoziare con la giudice Carla Pastorini un patteggiamento della pena, una procedura che potrebbe portare a una riduzione della sanzione a fronte di un riconoscimento di responsabilità e di un impegno a riparare, almeno in parte, il danno causato. L’accordo, quindi, rappresenta un compromesso complesso che bilancia la necessità di riconoscere il dolore e le perdite subite dalla famiglia Spera con il diritto del giovane a un percorso di riabilitazione e reinserimento sociale, auspicabilmente segnato da una profonda riflessione sulla gravità delle proprie azioni.
Accordo sulla scomparsa di Spera: un milione all’ex famiglia.
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