lunedì 18 Agosto 2025
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Genova

Allarme a San Michele: nuova interdizione alla balneazione e sospetti fognari

Un’ombra di incertezza si proietta sulla rinomata baia di San Michele di Pagana, a Rapallo, con l’imposizione di un nuovo divieto di balneazione, il secondo in poche settimane.
L’episodio, che riaccende l’allarme per la salute pubblica e l’integrità dell’ecosistema marino, evidenzia una fragilità sottostante a una località che per decenni ha rappresentato un esempio di eccellenza ambientale.

Le segnalazioni dei bagnanti descrivono un contrasto stridente: un’apparente limpidezza superficiale dell’acqua che cela un’alterata qualità, percepibile attraverso un inequivocabile odore di effluvi fognari.

Un dettaglio che solleva interrogativi sulle cause di questo deterioramento, con l’ipotesi più accreditata di uno sversamento di acque reflue non adeguatamente trattate.

San Michele, un tempo vero e proprio gioiello naturalistico, vanta una storia di acque cristalline e una reputazione consolidata grazie alla loro purezza, riconosciuta dall’ARPAL (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Liguria) che l’ha costantemente inclusa tra le spiagge più salubri della regione.
La sua attrattiva risiede nella varietà di offerta: spiagge sabbiose e scogliere a picco sul mare, frequentate sia dai residenti che dai visitatori.

Il nuovo divieto di balneazione si aggiunge a un precedente episodio, in cui la causa era stata attribuita alla presenza di coliformi fecali.
In entrambi i casi, la rapidità con cui l’amministrazione si è vista costretta ad intervenire suggerisce una problematica ricorrente, una vulnerabilità che mette a rischio la sostenibilità del turismo e la qualità della vita nella comunità locale.
Le speculazioni sulla genesi del problema si concentrano sulle infrastrutture fognarie della vicina baia di Trelo.
Quest’area è stata oggetto di interventi di ripristino la scorsa primavera, a seguito di gravi danni subiti dalle mareggiate invernali, che avevano compromesso una condotta situata lungo la scogliera.
Si ipotizza, pertanto, che un cedimento o una malfunzione in quella rete potrebbe essere all’origine degli attuali sversamenti.
Al di là delle ipotesi immediate, l’episodio solleva una riflessione più ampia sulla gestione delle risorse idriche, sull’adeguatezza delle infrastrutture e sulla necessità di investimenti mirati alla prevenzione dell’inquinamento marino.
Un’analisi approfondita delle cause, unita a un piano di interventi tempestivi e definitivi, si rende urgente per preservare il valore ambientale e il patrimonio turistico di San Michele di Pagana e, più in generale, dell’intera costa ligure.
La trasparenza nelle comunicazioni e il coinvolgimento della cittadinanza sono elementi cruciali per ristabilire la fiducia e garantire un futuro sostenibile per questa preziosa risorsa.

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