mercoledì 17 Settembre 2025
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Alliance: Missione NATO nel Nord, tra ricerca e sicurezza

La nave oceanografica Alliance, bandiera della ricerca e dell’innovazione per la NATO e operata con competenza dalla Marina Militare Italiana, ha concluso una missione cruciale nei mari del Nord, segnando un capitolo significativo nella comprensione dei complessi cambiamenti che interessano l’Artico e il Mar Baltico.
Questa campagna, durata quattro mesi, rappresenta il culmine di nove anni di impegno continuo nel progetto High North, un’iniziativa strategica guidata dall’Istituto Idrografico della Marina, focalizzata sullo studio dei mutamenti climatici e sulla cartografia dettagliata dei fondali oceanici artici.

La spedizione del 2025 si è distinta per un’impresa senza precedenti: l’esplorazione a latitudini estreme, raggiungendo l’82° 17′ di latitudine Nord, superando di gran lunga qualsiasi precedente operazione navale italiana in quelle regioni.

A bordo, un’équipe multidisciplinare di scienziati internazionali, provenienti da diversi paesi membri della NATO, ha condotto una serie di esperimenti cruciali, contribuendo a un quadro scientifico più completo delle dinamiche ambientali e delle implicazioni strategiche dell’Artico.

L’attività di ricerca si è intensificata con l’ospite del Centre for Maritime Research and Experimentation (CMRE), un centro di ricerca di eccellenza della NATO con sede alla Spezia, in stretta sinergia con il Polo Nazionale della Dimensione Subacquea e il Centro di Supporto e Sperimentazione Navale della Marina.

Un’attenzione particolare è stata dedicata all’area del Mar Baltico, in prossimità dell’isola danese di Bornholm, teatro nel 2022 dell’incidente ai gasdotti Nordstream.

In questo contesto, è stato implementato e testato per la prima volta un sistema di identificazione automatica delle ancore che toccano il fondale, capace di filtrare le interferenze acustiche e di emettere un segnale di allerta precoce.

Tale sistema, frutto di ricerca e sviluppo avanzati, mira a garantire la sicurezza delle operazioni navali e la protezione delle infrastrutture sottomarine.
L’esercitazione condotta nel Baltico ha rafforzato la coesione e la capacità operativa della NATO, estendendosi per la prima volta alle acque territoriali di Finlandia e Svezia, paesi recentemente entrati nell’Alleanza.
Questo segna un’evoluzione significativa nella cooperazione militare e nella condivisione di conoscenze tra i membri della NATO.
Un aspetto centrale della missione è stato lo studio approfondito del fenomeno dell’atlantificazione dell’Artico, un processo complesso che sta trasformando l’ecosistema artico, rendendolo progressivamente più caldo e salato.
Questo processo è intrinsecamente legato alla sicurezza sottomarina, poiché influenza la propagazione del suono in acqua, con conseguenze dirette sulla capacità di rilevare e contrastare minacce sottomarine.

Alain Maguer, responsabile dell’ingegneria, delle tecnologie e dell’IT del CMRE, sottolinea l’importanza di ripetere annualmente queste campagne di ricerca, data la rapidità con cui avvengono i cambiamenti ambientali e le loro immediate ripercussioni sulla sicurezza dell’Alleanza.
Un mare più caldo, infatti, facilita la propagazione del suono, incrementando la distanza di rilevamento dei sottomarini, ma esponendo al contempo le stesse forze navali a una maggiore vulnerabilità.
L’Alliance rappresenta quindi un ponte tra la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica e la sicurezza strategica, contribuendo in modo determinante alla comprensione e alla gestione delle sfide che emergono in un ambiente marino in rapida evoluzione.

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