martedì 23 Settembre 2025
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Alluvione in Valbormida: emergenza idrica e necessità di prevenzione

La recente emergenza idrica che ha colpito la Valbormida ha messo a nudo fragilità strutturali e lacune nella preparazione del territorio, richiedendo un intervento urgente e di ampio respiro.

L’episodio, caratterizzato da precipitazioni eccezionali, con accumuli pluviometrici che hanno superato i 40 centimetri in un arco temporale brevissimo, ha evidenziato come l’intensità di eventi meteorologici estremi stia superando la capacità di risposta delle infrastrutture e delle strategie di gestione del rischio attuali.
Il Presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, in una dichiarazione rilasciata a margine del Salone Nautico di Genova, ha riconosciuto la gravità della situazione e l’impatto devastante sull’area.

Nonostante l’intervento immediato previsto per le emergenze, finanziato a livello nazionale, la necessità impellente è quella di implementare un piano di prevenzione e mitigazione del rischio specifico per la Valbormida, un progetto che si preannuncia cruciale per il futuro del territorio.

La dichiarazione del Presidente Bucci rivela un senso di responsabilità e un’autocritica implicita.
L’ammissione di un ritardo nell’assegnazione dei fondi necessari per la pianificazione, un ritardo che si protrae da sei mesi, suggerisce una riflessione più ampia sulla programmazione e sull’allocazione delle risorse regionali.
La priorità ora dichiarata, l’approvazione e l’implementazione del piano per la Valbormida, riflette una presa di coscienza della necessità di un approccio proattivo e strategico.

L’evento alluvionale, purtroppo, non è un’anomalia isolata, ma il sintomo di un cambiamento climatico in atto, che sta intensificando la frequenza e la violenza di fenomeni meteorologici estremi.

Il piano per la Valbormida dovrà pertanto andare oltre la semplice gestione dell’emergenza, incorporando principi di adattamento al cambiamento climatico, di resilienza territoriale e di sostenibilità ambientale.

Si tratta di una sfida complessa che richiede la collaborazione di diverse istituzioni, la competenza di esperti in vari settori (ingegneria idraulica, geologia, meteorologia, urbanistica) e la partecipazione attiva della comunità locale.

Il piano dovrebbe includere interventi infrastrutturali (rinforzo degli argini, miglioramento dei sistemi di drenaggio, realizzazione di bacini di laminazione), interventi di riqualificazione del territorio (delocalizzazione di insediamenti abitativi in aree a rischio, promozione di pratiche agricole sostenibili), e interventi di sensibilizzazione e formazione della popolazione.
L’episodio della Valbormida rappresenta, in definitiva, un’occasione per ripensare il rapporto tra l’uomo e l’ambiente, per promuovere una cultura della prevenzione e della resilienza, e per costruire un futuro più sicuro e sostenibile per il territorio ligure.
La lezione appresa, seppur a caro prezzo, deve tradursi in azioni concrete e durature, per evitare che simili tragedie si ripetano.

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