Architetto Hannoun: Finanziamenti Hamas, indagini internazionali e aiuti umanitari al centro

Il caso di Mohammad Hannoun, architetto giordano accusato di aver finanziato Hamas, si infittisce, aprendo un complesso quadro di indagini internazionali e implicazioni umanitarie.
L’architetto, attualmente detenuto, ha sostenuto un lungo colloquio con i suoi legali, gli avvocati Emanuele Tambuscio e Fabio Sommovigo, in preparazione all’interrogatorio di garanzia previsto nel carcere di Marassi.
L’obiettivo primario, secondo gli avvocati, è ricostruire minuziosamente la filiera dei finanziamenti, sottolineando la trasparenza e la tracciabilità delle operazioni, condotte attraverso associazioni registrate, anche in territorio israeliano.

La difesa si appresta a presentare una dichiarazione spontanea alla giudice per le indagini preliminari (GIP), un atto strategico volto a fornire una narrazione dettagliata e auto-esplicativa, pur rinunciando all’interrogatorio formale, in attesa del completo esame di tutti i documenti e gli atti processuali acquisiti dall’accusa.

Questa scelta processuale, spiega la difesa, mira a garantire una comprensione esaustiva della situazione e a evitare interpretazioni errate o incomplete.
L’accusa sostiene che Hannoun si stesse preparando a lasciare il territorio italiano per la Turchia.

Gli avvocati del detenuto chiariscono che i viaggi in Turchia sono legati ad attività di beneficenza consolidate nel tempo.
Un fattore cruciale è l’impossibilità, a partire dal 7 ottobre 2023, di operare dall’Italia, circostanza aggravata dal blocco dei conti bancari che ha reso necessario ricorrere al trasporto di contanti verso la Turchia o l’Egitto per sostenere le iniziative umanitarie.

Questo aspetto solleva interrogativi sulla gestione delle risorse e sulle difficoltà incontrate dall’architetto nel garantire il flusso di aiuti umanitari in un contesto internazionale sempre più complesso.
Le indagini, condotte dalla Digos e dalla Guardia di Finanza, hanno portato a perquisizioni domiciliari nei confronti di sette persone, oltre all’architetto.

Tra gli indagati figurano la moglie e i figli di Hannoun, così come la giornalista e attivista Angela Lano, ampliando così l’ambito dell’inchiesta.

Il numero totale degli indagati, stando alle informazioni provenienti dalla Procura di Genova, è superiore a quello attualmente identificato, suggerendo la possibilità di ulteriori sviluppi e la scoperta di nuovi soggetti coinvolti.
La vicenda, in definitiva, trascende una semplice accusa di finanziamento terroristico, ponendo al centro questioni delicate riguardanti la libertà di azione umanitaria, il controllo dei flussi finanziari e la complessità delle relazioni internazionali in un contesto geopolitico altamente volatile.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap