L’aula di Tempio Pausania è stata teatro di un’arringa che ha tentato di erigere un argine alla narrazione accusatoria che gravava su Ciro Grillo e i suoi amici, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria ed Edoardo Capitta, imputati per violenza sessuale di gruppo ai danni di due giovani donne.
L’avvocato Enrico Grillo, affiancato dal collega Andrea Vernazza, ha tessuto la sua difesa, non negando l’evento, ma interrogandone la natura e le motivazioni profonde, con un approccio che mirava a seminare il dubbio nella mente dei giudici.
La difesa ha sollevato un elemento cruciale, un precedente che ha destabilizzato la credibilità dell’accusa: una precedente denuncia sporta dalla stessa imputata contro un amico norvegese, Enrique Bye Obando, una vicenda che si era conclusa con scuse e un’ammissione di falsa testimonianza.
Questa incongruenza, secondo Grillo, getta un’ombra sulla veridicità dell’attuale racconto, suggerendo un modello comportamentale volto alla ricerca di attenzione e alla manipolazione della realtà.
Il punto focale dell’arringa è stato il grado di alterazione psicofisica delle giovani la sera del 16-17 luglio 2019, serata che ha preceduto la presunta aggressione.
La studentessa aveva ripetutamente affermato di essere “ub