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giovedì 13 Novembre 2025

Bidello condannato: svolta nel caso che scosse Genova.

L’esecuzione della condanna a tre anni e quattro mesi inflitta in via definitiva a Crotone a un bidello di una scuola media genovese ha segnato una svolta nel complesso caso che ha coinvolto un ex allievo quindicienne.
L’uomo, già agli arresti domiciliari, è stato trasferito in carcere in attesa di una valutazione che determinerà se potrà, in futuro, rientrare in regime di detenzione domiciliare per lo sconto della pena residua.
La decisione, emessa a seguito della conferma della condanna da parte della Corte di Cassazione una settimana fa, ha dissipato i dubbi interpretativi che aleggiavano sull’immediata esecuzione della sanzione.
Il caso, che ha scosso la comunità scolastica genovese e suscitato ampio dibattito mediatico, affonda le sue radici in dinamiche subdole e in una violazione di fiducia particolarmente grave.
I fatti, risalenti al 2023, hanno visto il minore recarsi presso il condominio dove risiedeva il nonno, a seguito di precise indicazioni genitoriali.
La visita, apparentemente innocua e volta a ringraziare il bidello per un aiuto precedentemente ricevuto, si è rivelata il preludio a una sequenza di eventi traumatici e inaccettabili.
Secondo la ricostruzione dei fatti, e supportata dalla denuncia presentata dalla madre e dall’avvocato Ilaria Tulino, il bidello, assistito dall’avvocato Matteo Carpi, dopo iniziali convenevoli, avrebbe intrapreso un percorso di molestie nei confronti del giovane.

Il minore, reagendo in maniera istintiva, avrebbe opposto resistenza, tentando di sottrarsi alle attenzioni indesiderate.

La situazione si sarebbe poi aggravata con azioni di trattenimento e blocco dell’uscita da parte del bidello, culminate in una reazione di autodifesa da parte del ragazzino, che ha reagito con un calcio, riuscendo a fuggire e a contattare immediatamente la madre.
L’episodio solleva questioni complesse riguardanti la vulnerabilità dei minori, la responsabilità dei professionisti che operano all’interno del sistema scolastico e l’importanza di una vigilanza costante per prevenire abusi di potere e violazioni della fiducia.
La vicenda evidenzia, inoltre, la necessità di sensibilizzare la comunità scolastica sull’importanza del consenso e del rispetto dei confini personali, così come la cruciale importanza del supporto psicologico per le vittime di abusi e per i loro familiari.
La vicenda, purtroppo, si aggiunge a una serie di casi che denunciano una profonda fragilità del sistema di tutela dei minori e la necessità di rafforzare gli strumenti di prevenzione e di contrasto a fenomeni così gravi.
L’attenzione ora si concentra sulla fase successiva, con la valutazione carceraria e le implicazioni psicologiche per il minore coinvolto.

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