La comunità di Castelnuovo Magra si appresta a inaugurare un nuovo capitolo nella gestione dell’emergenza e della protezione civile, con l’avvio dei lavori di riqualificazione di un immobile strategicamente significativo: un edificio confiscato alla criminalità organizzata.
Questa operazione, più di una semplice costruzione, rappresenta un atto di riappropriazione sociale e un segnale tangibile di impegno verso la sicurezza territoriale.
L’iniziativa, resa possibile dalla collaborazione sinergica tra il Ministero dell’Interno, il Comune di Castelnuovo Magra e la Regione Liguria, si articola attorno a un finanziamento regionale di 100.000 euro, a cui si aggiunge un investimento comunale di 38.000 euro.
Questo impegno economico testimonia la priorità attribuita alla protezione civile, un pilastro fondamentale per la resilienza del territorio di fronte a eventi calamitosi sempre più frequenti e complessi.
La nuova sede non sarà semplicemente un luogo fisico, ma un vero e proprio polo operativo, progettato per accogliere le crescenti esigenze del gruppo di volontari della Protezione Civile e per favorire una collaborazione più efficiente con le altre strutture comunali e regionali.
L’edificio, riqualificato secondo criteri di accessibilità, sicurezza e sostenibilità ambientale, ospiterà spazi dedicati alla formazione, all’approvvigionamento di attrezzature specialistiche, all’analisi dei rischi e alla pianificazione delle attività di prevenzione.
La sindaca Katia Cecchinelli e l’assessore Pietrobono sottolineano come questa iniziativa si inserisca in un percorso di potenziamento complessivo del sistema di protezione civile, volto a garantire una risposta rapida ed efficace in caso di emergenze, sia esse legate a eventi naturali, incidenti o altre situazioni di pericolo.
Si tratta di un investimento nel futuro della comunità, che riconosce il valore inestimabile del lavoro dei volontari, che con dedizione e spirito di sacrificio, assicurano un servizio essenziale per la collettività.
La nuova sede mira a creare un ambiente più stimolante e funzionale per i volontari, riconoscendo che la loro preparazione e la loro motivazione sono elementi chiave per garantire la sicurezza del territorio.
Inoltre, il progetto si pone come un esempio di come la riqualificazione di beni confiscati possa trasformare un simbolo di illegalità in un presidio di legalità e un motore di sviluppo sociale ed economico, contribuendo a rafforzare il tessuto comunitario e a promuovere una cultura della prevenzione e della resilienza.
La nuova struttura sarà, quindi, un punto di riferimento per la comunità, un luogo aperto al dialogo e alla partecipazione attiva dei cittadini nella gestione del rischio e nella costruzione di un futuro più sicuro e sostenibile.










