Alle prime luci dell’alba di oggi, alle 4:47, il telescopio principale dell’Osservatorio Astronomico “A.
Righi” di Firenze ha immortalato un evento celeste di notevole interesse: l’immagine della cometa Lemmon, designazione temporanea assegnata a un corpo celeste scoperto il 3 gennaio 2025.
La scoperta originaria, effettuata con un telescopio di 1,5 metri di diametro installato nel sistema automatico di ricerca del Mount Lemmon, in Arizona, ha dato il nome alla cometa.
L’interesse suscitato dalla cometa Lemmon è cresciuto esponenzialmente negli ultimi mesi, a seguito di un’inattesa e significativa intensificazione della sua luminosità.
Questo fenomeno ha permesso al corpo celeste di superare la soglia di visibilità a occhio nudo, aprendo una finestra unica per l’osservazione da parte del pubblico.
Attualmente, in condizioni di cielo particolarmente buio e lontano dall’inquinamento luminoso, la cometa si presenta come una debole, ma distintiva, presenza a nord-est, posizionata strategicamente tra le stelle che disegnano le “zampe” dell’Orsa Maggiore.
Gli astrofisici dell’Osservatorio Righi sottolineano che, dalle aree urbane, l’avvistamento richiede l’ausilio di un binocolo, ma la tendenza all’aumento della luminosità fa presagire un’esperienza visiva sempre più accessibile.
La minima distanza dalla Terra, prevista per il 21 ottobre, rappresenta il momento clou di questo avvicinamento, offrendo la migliore opportunità per l’osservazione, potenzialmente anche a occhio nudo subito dopo il tramonto del sole.
La cometa Lemmon si rivela essere un visitatore ciclico, appartenente alla classe delle comete periodiche.
Il suo periodo orbitale, attualmente stimato in circa 1154 anni, suggerisce che l’ultima apparizione nella nostra prospettiva sia avvenuta più di un millennio fa.
Questo ciclo orbitale complesso è determinato dalla sua interazione gravitazionale con i pianeti del sistema solare, in particolare Giove, che ne influenza la traiettoria.
La cometa si trova attualmente a circa 110 milioni di chilometri dalla Terra, una distanza considerevole, ma in rapido decremento.
Il perigeo, il punto più vicino alla Terra, è previsto per il 21 ottobre, a una distanza ancora più ridotta, di circa 89 milioni di chilometri.
Successivamente, l’8 novembre raggiungerà il suo punto più vicino al Sole, il perielio, completando una fase cruciale del suo viaggio.
L’osservazione della cometa Lemmon offre non solo uno spettacolo celeste affascinante, ma anche un’opportunità unica per i ricercatori.
L’analisi della sua composizione, attraverso lo studio della luce riflessa e dell’eventuale presenza di emissioni gassose, può fornire preziose informazioni sulla formazione del sistema solare e sulla distribuzione degli elementi chimici nel cosmo.
Inoltre, l’osservazione delle variazioni della sua attività, come la formazione di code e di nubi di polvere, può rivelare dettagli sul comportamento dei materiali volatili durante il riscaldamento solare.