Un tentativo di contrabbando sofisticato ha scosso la comunità carceraria della Spezia, rivelando la persistente e insidiosa presenza di dinamiche di spaccio all’interno del sistema penitenziario. Un detenuto trentatreenne, impiegato come cuoco nella casa circondariale per circa un anno, è stato riarrestato dopo essere stato scoperto a cercare di introdurre una decina di ovuli contenenti sostanze stupefacenti, tra cui hashish, cocaina e subotex. L’operazione, frutto di un’attenta attività di intelligence condotta dalla polizia penitenziaria, ha portato all’autorizzazione giudiziaria per un ricovero ospedaliero, durante il quale gli accertamenti strumentali hanno confermato la presenza della droga, successivamente espulsa dal detenuto.Questo episodio drammatico mette in luce un problema strutturale e complesso: la trasformazione delle carceri in veri e propri centri di aggregazione e distribuzione di sostanze illecite, con un potenziale di guadagno per i trafficanti spesso superiore a quello ottenuto al di fuori delle mura penali. La presenza di un numero elevato di detenuti con problematiche legate alla tossicodipendenza rappresenta un terreno fertile per l’attività degli spacciatori, che vedono nella detenzione un’opportunità di business, sfruttando la vulnerabilità dei detenuti e alimentando un circolo vizioso di dipendenza e criminalità.I sindacati Uil-Pa Polizia Penitenziaria e Sappe denunciano l’urgenza di interventi più incisivi, esortando a sanzioni esemplari per i responsabili di questi reati, soprattutto quando questi ultimi si avvalgono di benefici come i permessi premio. L’efficacia dell’operazione testimonia l’importanza cruciale del lavoro di monitoraggio svolto quotidianamente dalla polizia penitenziaria, spesso in condizioni di estrema difficoltà, all’interno delle sezioni detentive. Si tratta di un lavoro che richiede non solo competenza e professionalità, ma anche un elevato grado di sensibilità e capacità di osservazione, per cogliere segnali e anomalie che possono preludere a tentativi di contrabbando o ad altre attività illegali.L’incidente solleva, inoltre, interrogativi più ampi sulla gestione della popolazione carceraria, sulla necessità di rafforzare le misure di prevenzione e controllo, e sull’importanza di offrire ai detenuti percorsi di riabilitazione e reinserimento sociale, che possano interrompere il ciclo di dipendenza e criminalità e favorire una reale trasformazione personale. La lotta allo spaccio in carcere non è solo una questione di ordine pubblico, ma anche un imperativo morale e sociale.
Contrabbando in carcere: Scoperto traffico di droga alla Spezia.
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