L’Azienda Movibilità Territoriale (Amt) di Genova si trova ad affrontare una crisi finanziaria di proporzioni significative, un quadro complesso delineato durante la recente commissione straordinaria del Consiglio comunale.
Il debito accumulato con i fornitori supera i cento milioni di euro, un onere gravoso che si contrappone ad un capitale sociale di soli trenta milioni, evidenziando una profonda disparità e una potenziale insostenibilità nel lungo periodo.
Questa situazione, definita dal Vicesindaco e Assessore al Bilancio, Alessandro Terrile, non riguarda solo la mera gestione del denaro, ma riflette una problematica più ampia inerente alla governance e alla pianificazione strategica dell’azienda.
La priorità immediata, come sottolineato, è duplice: garantire la continuità del servizio pubblico, onorando gli impegni salariali del personale, e onorare i debiti verso i fornitori, imprescindibili per il mantenimento e l’ammodernamento del parco mezzi.
La risoluzione di questa impasse richiede un approccio strutturale, articolato su due pilastri fondamentali: una ricapitalizzazione mirata e una revisione oculata delle politiche tariffarie, con particolare attenzione alla gestione delle esenzioni basate sull’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE).
Il Presidente di Amt, Federico Berruti, quantifica il fabbisogno finanziario per il riequilibrio del bilancio aziendale in sessanta milioni di euro.
La strategia proposta prevede una combinazione di misure: un recupero di dieci milioni attraverso una rinegoziazione delle tariffe, potenzialmente introducendo tariffe differenziate e eliminando gratuità indiscriminati, e la restante parte, cinquanta milioni, attraverso una revisione approfondita del contratto di servizio.
Questa revisione non dovrebbe limitarsi ad una mera ripartizione dei costi, ma dovrebbe mirare a ridefinire i parametri di efficienza, qualità del servizio e responsabilità tra l’azienda, il Comune di Genova e la Regione Liguria.
La crisi di Amt solleva interrogativi cruciali sulla sostenibilità del modello di trasporto pubblico locale.
L’azienda, cruciale per la mobilità cittadina e regionale, è un sistema complesso che intreccia aspetti economici, sociali e ambientali.
La sua sopravvivenza dipende non solo dalla capacità di reperire risorse finanziarie, ma anche dalla capacità di innovare, ottimizzare i processi e adattarsi alle mutate esigenze della collettività.
Una ricapitalizzazione, per quanto necessaria, non può essere una soluzione isolata; va accompagnata da una riforma strutturale che affronti le cause profonde della crisi, promuovendo una governance trasparente, una gestione efficiente e un forte impegno verso la qualità del servizio e la tutela dell’ambiente.
La revisione del contratto di servizio, in particolare, dovrebbe prevedere indicatori di performance misurabili e obiettivi di miglioramento continuo, con l’obiettivo di trasformare Amt in un’azienda moderna, resiliente e al servizio del territorio.







