La situazione di Amt, società di trasporto pubblico ligure, precipita sotto la luce cruda di un’emergenza finanziaria dichiarata dal collegio sindacale. Questo organo, garante della correttezza gestionale e della conformità legale, ha formalmente comunicato al consiglio di amministrazione l’apertura dello stato di crisi, evidenziando un debito che rischia di compromettere la tenuta stessa dell’azienda. Le organizzazioni sindacali – Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporto e Faisa Cisal – reagiscono con un fermo monito: i lavoratori non dovranno sopportare le conseguenze di scelte manageriali e politiche errate.L’allarme, lungi dall’essere improvviso, affonda le sue radici in un contesto di crescente fragilità, già segnalato dai sindacati fin dal 2022. Si tratta di una crisi complessa, che trascende la mera difficoltà economica e si radica in una profonda disfunzione finanziaria. Le cause sono plurime: un costante sottofinanziamento del settore da parte degli enti pubblici, unita a un onere finanziario aggravato da ingenti investimenti in corso, spesso condotti senza una pianificazione strategica adeguata e una valutazione accurata dei rischi.È singolare che il collegio sindacale, figura istituzionale deputata a monitorare la salute finanziaria dell’azienda, abbia reagito solo ora, a fronte di una situazione di degrado già ampiamente documentata dai sindacati. Questa dilazione nel riconoscimento della gravità della crisi solleva interrogativi sulla capacità di controllo e sulla tempestività delle misure correttive.Un nodo cruciale della questione è rappresentato dai costi legati alle agevolazioni tariffarie. Nel gennaio 2023, i sindacati avevano siglato un protocollo con la Città Metropolitana e il Comune di Genova, impegnando gli enti a compensare le spese derivanti da sperimentazioni riguardanti nuove modalità di finanziamento dei servizi. Questo accordo, pur rappresentando un tentativo di mitigazione, non risolve il problema strutturale del sottofinanziamento e della precarietà finanziaria.I sindacati ribadiscono con forza che il personale di Amt non può essere chiamato a far fronte a un debito generato da scelte manageriali e politiche che esulano dalla loro sfera di responsabilità. La qualità del servizio offerto al pubblico e le condizioni di lavoro dei dipendenti si sono progressivamente deteriorate, in particolare a causa della cronica carenza di personale, nonostante le reiterate dichiarazioni di sostegno al trasporto pubblico locale.La priorità assoluta è che tutti gli enti coinvolti – Regione, Città Metropolitana, Comune di Genova – assumano la loro piena responsabilità, mettendo a disposizione le risorse necessarie per affrontare la crisi e garantire la continuità del servizio. È fondamentale preservare la natura pubblica e l’unità di Amt, evitando privatizzazioni o frammentazioni che ne comprometterebbero l’efficienza e la capacità di erogare un servizio essenziale alla comunità. L’impegno dei sindacati si concretizzerà in un incontro con il Comune di Genova, previsto per il 7 luglio, con l’obiettivo di aprire un tavolo di confronto costruttivo e trovare soluzioni concrete per superare questa difficile fase.
Crisi Amt: Sindacati sul piede di guerra per salvare l’azienda
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