Alle prime luci dell’alba, alle sei precise, si è innescata una complessa operazione di messa in sicurezza che ha visto protagonisti quindici militari del 32° Genio Guastatori della Brigata Alpina Taurinense, impegnati nel disinnesco di un ordigno bellico rinvenuto all’interno dell’aeroporto di Villanova d’Albenga.
L’oggetto, una bomba d’aereo di considerevole potenza, stimata intorno ai 500 chilogrammi con un carico di 254 chilogrammi di tritolo, rappresenta un relitto silenzioso di un passato bellico che riemerge a distanza di decenni.
La scoperta aveva immediatamente innescato una serie di accorgimenti preventivi, una cornice di protezione volta a minimizzare l’impatto sull’infrastruttura aeroportuale e, soprattutto, sulla popolazione civile.
La squadra di artificieri aveva lavorato incessantemente per una settimana intera, analizzando la composizione dell’ordigno, valutando i rischi potenziali e predisponendo le procedure di disinnesco.
L’intervento si è configurato come un delicatissimo atto di ingegneria e di competenza militare, un connubio tra conoscenza tecnica e gestione impeccabile delle emergenze.
L’assenza di detonazione durante il conflitto, un evento fortuito dovuto ad un angolo d’impatto non sufficiente ad attivare le spolette, aveva conservato l’ordigno in condizioni sorprendentemente buone.
Gli artificieri si sono quindi concentrati sulla rimozione delle spolette principali, operazione resa ancora più complessa dalla necessità di garantire la massima sicurezza.
L’utilizzo di una “chiave ad impatto”, manovrata a distanza tramite un sistema di tiranti e carrucole, ha rappresentato un passo cruciale in questa fase.
La tecnologia ha svolto un ruolo determinante.
Un robot specializzato, strumento all’avanguardia in dotazione al genio militare, ha permesso agli artificieri di monitorare in tempo reale l’efficacia delle azioni, riducendo al minimo i rischi e accorciando i tempi di intervento.
La sua capacità di fornire immagini e dati precisi ha consentito una gestione più accurata e consapevole dell’operazione.
Alle 09.
40, dopo un’attenta e meticolosa rimozione delle spolette, l’ordigno è stato dichiarato disinnescato.
Un temporale improvviso, avvertito dalla precedente allerta meteo gialla per rischio idrogeologico, ha temporaneamente rallentato le operazioni, ma non ha intaccato la determinazione degli artificieri.
Successivamente, la bomba è stata trasportata presso la cava di Zuccarello, dove era stata precedentemente preparata una profonda buca di circa sei metri di profondità, realizzata dal Genio Guastatori.
Alle 14.
20, dopo le opportune verifiche, è stato innescato e fatto brillare il residuo bellico.
L’evento ha concluso un’operazione complessa e delicata, un esempio di come competenza militare, tecnologia all’avanguardia e preparazione meticolosa possano trasformare una potenziale minaccia in un ricordo del passato, garantendo la sicurezza e la tranquillità della comunità.
L’episodio ha anche risaltato l’importanza della prevenzione e della capacità di risposta in situazioni di emergenza, sottolineando il ruolo fondamentale delle forze armate nella salvaguardia del territorio.