Il Consiglio Comunale di Genova, in una decisione che contrasta nettamente con l’inerzia del Consiglio Regionale ligure, ha approvato un documento di condanna del genocidio perpetrato dallo Stato di Israele, un atto di coraggio politico che testimonia una diversa sensibilità istituzionale.
L’iniziativa, promossa dall’Alleanza Verdi e Sinistra (AVS), aveva precedentemente incontrato un muro di resistenza in sede regionale, dove la coalizione di centrodestra aveva respinto la proposta.
La differenza sostanziale nell’approvazione a Genova riflette una distinzione cruciale nell’approccio politico e morale.
Mentre a livello regionale si è assistito a una chiusura interpretata come mancanza di empatia e di responsabilità, il Comune di Genova ha dimostrato una più profonda consapevolezza delle implicazioni umanitarie e giuridiche del conflitto israelo-palestinese.
Selena Candia, esponente di spicco di AVS, ha espresso profonda soddisfazione per questo risultato, sottolineando il ruolo fondamentale svolto dalla capogruppo Francesca Ghio, ideatrice e prima firmataria del documento, e dall’impegno dei consiglieri Lorenzo Garzarelli e Massimo Romeo, pilastri di questa iniziativa.
La mozione approvata non si limita a una generica condanna; essa si articola in una serie di azioni concrete e vincolanti.
Il Comune di Genova intende attuare un blocco di progetti e relazioni istituzionali con il governo israeliano, sospendendo qualsiasi forma di cooperazione fino al cessare delle ostilità.
Tale decisione, di portata significativa, evidenzia un rifiuto di legittimare, anche implicitamente, le azioni militari che hanno causato un inaccettabile numero di vittime civili e una devastazione umanitaria.
Oltre alla sospensione della cooperazione, il Comune si impegna a promuovere un’azione di pressione diplomatica a livello nazionale ed europeo.
L’obiettivo è duplice: sollecitare il riconoscimento dello Stato di Palestina, un passo essenziale per la realizzazione di una pace duratura e giusta, e richiedere l’immediata interruzione della vendita di armi a Israele, contribuendo così a limitare la disponibilità di mezzi bellici e a ridurre la possibilità di ulteriori violazioni dei diritti umani.
Questa decisione del Comune di Genova non è solo un atto simbolico, ma un impegno concreto a schierarsi dalla parte dei diritti umani, del diritto internazionale e della dignità umana.
Rappresenta un segnale forte per la comunità internazionale, un invito a non rimanere indifferenti di fronte a una tragedia che continua a mietere vittime innocenti e a minare la stabilità della regione.
L’azione del Comune si pone come un esempio di responsabilità politica, auspicando che altre istituzioni locali e nazionali seguano questa strada, contribuendo a costruire un futuro di pace e giustizia per tutti.
La sindaca Silvia Salis e l’intera maggioranza consiliare meritano un plauso per questo atto di coraggio e per la loro ferma condanna della violenza e dell’ingiustizia.