Genova e Ilva: Urso al vaglio per un futuro sostenibile

La situazione industriale di Genova, incerta e gravosa per l’intera comunità, continua a rappresentare una priorità assoluta per l’amministrazione comunale.
L’imminente confronto con il Ministro Adolfo Urso si configura non come una semplice interlocuzione, ma come un momento cruciale per delineare un futuro sostenibile per i lavoratori dell’ex Ilva e per l’intera città.
Le promesse di soluzioni transitorie, finora avanzate, si sono rivelate insufficienti, mancando di offrire garanzie concrete né per i dipendenti né per la tenuta sociale del territorio.

La sindaca Silvia Salis, in un acceso appello alla responsabilità governativa, ha reiterato una domanda fondamentale: quale sia il piano d’azione dello Stato qualora l’intervento del settore privato non dovesse concretizzarsi.

Questa richiesta, posta in modo esplicito al Ministro in precedenti incontri, non ha ricevuto risposte soddisfacenti, lasciando ad oggi un vuoto preoccupante.

L’auspicio di un arrivo di investitori entro febbraio, benché condivisibile, si scontra con precedenti esperienze, come quella del settembre scorso, in cui la disponibilità comunale a valutare il riavvio del forno elettrico non ha trovato riscontro in offerte concrete.
Questa ricorrente discontinuità tra promesse e azioni genera frustrazione e alimenta l’incertezza nel tessuto sociale.
La questione, lungi dall’essere un mero problema economico, assume una dimensione strategica di rilevanza nazionale.
Si tratta, infatti, della tutela di migliaia di lavoratori e delle loro famiglie, il cui benessere è intrinsecamente legato allo sviluppo e alla prosperità di Genova.

La sindaca ha espresso con fermezza la volontà di difendere i diritti dei lavoratori, riconoscendoli come pilastri fondamentali dello sviluppo territoriale e come parte integrante dell’identità genovese.
L’amministrazione comunale ribadisce il proprio impegno a sostegno dei lavoratori, rifiutando ogni forma di compromesso e promettendo un’azione determinata per ottenere risposte chiare e definitive.
La sindaca ha preannunciato un confronto diretto con il Ministro, esprimendo inequivocabilmente la propria insoddisfazione per le politiche finora adottate, che non hanno saputo offrire certezze né alla città né ai lavoratori.
La priorità assoluta è trovare una soluzione strutturale che garantisca la continuità produttiva, la tutela dei posti di lavoro e la salvaguardia del patrimonio industriale genovese, evitando di relegare l’area a un destino di marginalità e declino.

L’orizzonte che si pone non è semplicemente quello di un intervento emergenziale, ma di una visione a lungo termine che proietti Genova verso un futuro di crescita e innovazione.

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