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giovedì 20 Novembre 2025

Genova, la voce dei lavoratori: Che l’inse risuona per l’Ilva

Il corteo, un fiume umano che incrocia il cuore industriale di Genova, ha appena preso congedo, lasciando dietro di sé l’eco di un grido collettivo.

Partito dal ventre stesso dell’ex Ilva, un luogo simbolo di speranze infrante e di un’eredità industriale contesa, si è snodato lungo la rotonda dell’Aeroporto, un punto di connessione tra il passato e un futuro incerto, per infine approdare al presidio di Cornigliano.
A guidare la marcia, uno striscione solenne: “Che l’inse'”, un’espressione dialettale genovese carica di significato storico.

La frase, evocativa del grido di G.

B.
Perasso, il giovane patriota conosciuto come Balilla, che diede inizio alla rivolta contro il dominio austriaco, si trasforma in un potente emblema di resistenza.

È un richiamo all’azione, un invito a riaccendere la fiamma della speranza, a lottare con determinazione per la tutela dei diritti dei lavoratori e per la salvaguardia di un’eccellenza industriale, l’acciaieria di Genova, e dei suoi circa 1200 dipendenti.

Oltre a “Che l’inse'”, lo spazio aereo è stato riempito di slogan che ribadiscono l’urgenza di proteggere il posto di lavoro, non come una semplice fonte di reddito, ma come un elemento fondamentale per la dignità umana, per la coesione sociale e per lo sviluppo economico del territorio.

Si tratta di una lotta che trascende la mera difesa di un’azienda, configurandosi come una battaglia per la tenuta del tessuto sociale e per la garanzia di un futuro sostenibile per le famiglie che dipendono da quell’impianto.
L’adesione dei Camalli del porto di Genova, guidati dal console Antonio Benvenuti, testimonia la forza della solidarietà tra le diverse categorie di lavoratori, uniti dalla consapevolezza di condividere sfide simili e di condividere la responsabilità di costruire un futuro migliore.

La presenza dei Camalli, figure storiche del lavoro portuale genovese, rappresenta un atto di vicinanza e di sostegno concreto, un segnale che sottolinea l’importanza di unire le forze per affrontare le difficoltà e per rivendicare il diritto a un lavoro dignitoso e a un futuro prospero.
La loro partecipazione sottolinea come la crisi dell’Ilva non sia un problema isolato, ma un sintomo di una più ampia crisi del lavoro e dell’industria nel Paese, che richiede risposte immediate e soluzioni strutturali.

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