L’irruzione violenta avvenuta nella notte al liceo Leonardo Da Vinci di Genova ha scosso profondamente la comunità scolastica e cittadina, generando un’ondata di reazioni e mobilitazioni.
Un gruppo di giovani incappucciati e armati ha saccheggiato e danneggiato la scuola, lasciando graffiti nazisti sui muri, un atto di estrema gravità che ha immediatamente suscitato indignazione e preoccupazione.
Di fronte a questa aggressione, gli studenti del Collettivo Leodavinci hanno risposto con un gesto di straordinaria resilienza e senso civico.
Attraverso i social media, hanno lanciato un appello alla cittadinanza, invitando studenti, genitori, istituzioni e tutti i membri della comunità a unirsi in un’azione concreta di riparazione e ricostruzione della scuola.
Questo appello non è solo una richiesta di aiuto materiale, ma un atto di rivendicazione della loro identità e del diritto a un ambiente scolastico sicuro e accogliente.
La risposta della comunità non si è fatta attendere.
La sindaca di Genova, Silvia Salis, insieme al dirigente scolastico Riccardo Brugia, ha espresso gratitudine e ammirazione per l’iniziativa degli studenti, sottolineando l’importanza della scuola come luogo di cultura, libertà e crescita.
Il gesto degli studenti, pur rifiutando l’offerta di aiuto formale da parte delle istituzioni, testimonia una profonda autonomia e un forte senso di responsabilità.
L’eco dell’azione del liceo Da Vinci ha risuonato in tutta la città, generando un’ampia rete di solidarietà.
Collettivi studenteschi universitari, partiti politici, sindacati e associazioni come Music For Peace si sono schierati a sostegno degli studenti, condividendo la loro battaglia per la difesa della scuola come spazio di democrazia e inclusione.
Anche Genova Antifascista ha organizzato un presidio, denunciando la violenza squadrista e ribadendo l’impegno a non tollerare atti di intolleranza e odio.
Le indagini della polizia, tuttavia, stanno esplorando diverse piste.
Sebbene la matrice politica non possa essere esclusa, si stanno prendendo in considerazione anche fattori legati al disagio giovanile e alla microcriminalità.
Questa complessità rende ancora più cruciale la capacità della comunità di superare le divisioni e lavorare insieme per affrontare le cause profonde della violenza.
La Rete degli studenti medi ha previsto un ulteriore presidio per lunedì mattina, a testimonianza di una mobilitazione che si preannuncia prolungata e significativa.
L’episodio del liceo Da Vinci non è solo un attacco a una scuola, ma un campanello d’allarme che interroga la città e il Paese su temi cruciali come l’educazione, la sicurezza, l’integrazione e il contrasto alla violenza e all’intolleranza.
La risposta degli studenti, fatta di coraggio, determinazione e solidarietà, rappresenta un esempio potente di come la comunità, anche di fronte alle avversità, possa riscoprire il valore della scuola come luogo di crescita, di condivisione e di costruzione di un futuro migliore.








